Produttività e Riforma Contratti: ecco cosa prevede l’accordo

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Novembre 2012
Aggiornato 18 Maggio 2015 16:03

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Raggiunto l'accordo sulla Produttività tra imprese e sindacati, esclusa la Cgil che non ritiene tutelati diritti e salari: punto per punto, ecco come cambiano le regole in azienda su retribuzioni, detassazione, lavoro e tanto altro.

L’accordo sulla produttività fra imprese e sindacati è stato siglato pur senza la firma della Cgil, che ritiene poco tutelati diritti e salari.

L’accordo prevede una riforma dei contratti (CCNL e  contrattazione di secondo livello), maggiore autonomia e flessibilità su orari, organizzazione del lavoro e retribuzioni (con aumenti meno automatici e più legati agli incrementi di produttività).

=> Leggi in dettaglio le misure dell’Accordo sulla Produttività

L’intesa – raggiunta a Palazzo Chigi, alla presenza di Mario Monti e dei ministri economici – sblocca i fondi per la detassazione dei salari di produttività (2,1 mld). Vediamo tutti i sette punti dell’accordo.

1. Riduzione cuneo fiscale

Si chiede di ridurre il costo del lavoro per le imprese, che scoraggia investimenti e occupazione.  La premessa è la defiscalizzazione strutturale al 10% del salario di produttività per i redditi fino a 40.000 euro lordi.

In più si chiede uno sgravio contributivo sulla contrattazione di secondo livello (fino al limite del 5% della retribuzione contrattuale percepita) in applicazione della legge numero 247/2007.

2-3. Riforma contratti

  • Il contratto collettivo nazionale di lavoro avrà «la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori, ovunque impiegati nel territorio nazionale» e tutelerà il potere d’acquisto delle retribuzioni.
  • La contrattazione di secondo livello – territoriale (ideale per PMI) o aziendale – dovrà operare «per aumentare la produttività attraverso un migliore impiego dei fattori di produzione e organizzazione del lavoro, correlando a tale aspetto la crescita delle retribuzioni dei lavoratori», facilitata da idonee e strutturali politiche fiscali di vantaggio» (dinamica degli aumenti sarà coerente con le tendenze dell’economia, del mercato, del settore), con delega su materie quali equivalenza delle mansioni, integrazione delle competenze, orari, organizzazione del lavoro e compatibilità fra l’impiego di nuove tecnologiee la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori

I CCNL possono collegare una quota degli aumenti economici a «incrementi di produttività e redditività definiti dalla contrattazione di secondo livello» – così da beneficiare di misure di detassazione e decontribuzione per il salario di produttività – che «resterà parte integrante dei trattamenti economici comuni per tutti i lavoratori rientranti nel settore di applicazione dei contratti nazionali laddove non vi fosse o venisse meno la contrattazione di secondo livello».

=>Leggi la Guida alle retribuzioni nei contratti aziendali

4. Rappresentanza

L’accordo prevede che si debba siglare una specifica intesa per msurare la rappresentanza sindacale entro fine 2012, in attuazione di quanto previsto dall’accordo 2011 (leggi i termini), che ad esempio stabilisce una soglia del 5% per il diritto a contrattare.

=> Vai al capitolo Rappresentanza della Guida sui Contratti

5. Democrazia d’impresa

Le parti chiedono al governo di esercitare la delega prevista dalla Riforma del Lavoro sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa (informazione, consultazione, partecipazione agli utili e al capitale), subordinatamente ad un approfondito confronto con le Parti sociali.

Si propongono, fra le altre cose: maggior omogeneità di forme di welfare contrattuale; benefici fiscali e sgravi contributivi per le somme destinate ai sistemi di welfare contrattuale definiti dalla contrattazione nazionale e/o di secondo livello, a partire dalla previdenza complementare.

6. Formazione

Avvicinare scuola e mondo del lavoro attraverso la valorizzazione della formazione tecnico-professionale; coordinare meglio il sistema della formazione pubblica e privata; agevolare i percorsi formativi per i lavoratori in cassa integrazione o mobilità.

7. Mercato del Lavoro

Avviare un confronto per la verifica degli effetti della Riforma del Lavoro sull’occupazione.
Incentivare la “solidarietà intergenerazionale” per accelerare il passaggio dal lavoro alla pensione.

Reazioni

Il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, definisce l’accordo un «elemento nuovo nelle relazioni industriali» nonché «l’inizio di nuova fase di sviluppo e occupazione». Per il presidente di Rete Imprese Italia Giorgio Guerrini è stato raggiunto «un buon accordo».

La Cgil resta critica: l’intesa «aumenta la recessione e scarica i costi sulla parte più debole del Paese»; il contratto nazionale «non tutelerà più il potere d’acquisto dei lavoratori». La segretaria Susanna Camusso ritiene sia «stata scelta una strada sbagliata» e «persa un’occasione».

Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni pensa che l’accordo dia «forza ai salari» e «slancio al paese» anche grazie alla detassazione dei salari di produttività. Su questo punto insiste anche il segertario della Uil, Luigi Angeletti, che chiede al governo di rendere strutturale l’agevolazione fiscale «perché la mancanza di certezza rende difficile l’incentivazione e lo svolgimento del negoziato di secondo livello».