Mentre il Parlamento discute il ddl sulla Delega Fiscale (il 22 novembre in Senato), l’Italia colleziona un poco invidiabile 131esimo posto nella classifica mondiale sulla tassazione delle imprese.
Lo rileva l’annuale report di PriceWaterhouseCoopers, che analizza le norme fiscali di 185 paesi del mondo: siamo dietro tutte le economie europee tranne la Romania.
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Il carico fiscale complessivo (tasse sugli utili, sul lavoro e altri oneri), si mangia in Italia il 68,3% dei profitti dell’azienda mentre la media europea è del 42,6%.
Minori tasse in Europa
Contemplando i diversi indicatori (adempimenti fiscali annui, tempo speso per portarli a termine..), il paese europei con la tassazione alle imprese più conveniente resta l’Irlanda: 26,4% e soltanto otto adempimenti l’anno (leggi tutti i vantaggi del fare impresa in Irlanda). Seguono Danimarca, Lussemburgo, Gran Bretagna, Olanda, e Cipro.
In termini assoluti le minori tasse le pagano le imprese del Lussemburgo (21%), seguite da Cipro, (23%).
Minori tasse al mondo
La top ten internazionale dei paesi in cui si pagano meno tasse sulle imprese è la seguente: Emirati Arabi, Qatar, Arabia Saudita, Hong Kong, Singapore, Irlanda, bahrein, Canada, Kiribati (Oceania), Oman.
Italia maglia nera
Ma a cosa si deve la bassa posizione in classifica dell’Italia? Il numero di pagamenti nel corso dell’anno è pari a 15 (qui la posizione rispetto al resto del mondo è migliore, 59esimo posto), ma la burocrazia appesantisce parecchio il meccanismo, visto che per tutti gli adempimenti un’impresa perde mediamente 269 ore l’anno.
Il 68,3% di pressione fiscale complessiva si distruibuisce nel seguente modo: le tasse sugli utili d’impresa sono al 22,9%, quelle sul lavoro il 43,4% (la voce più pesante, di gran lunga), mentre ci sono altri adempimenti che portano via un ulteriore 2% di utile.
L’unico paese europeo in cui le tasse sul lavoro sono più alte che in Italia è il Belgio, al 50,8%, livello però compensato dal 5,4% di imposte sugli utili.
=> Consulta le tasse sul lavoro in Europa a confronto
Unico dato leggermente positivo, l’Italia risale di due posizioni rispetto al 133esimo posto dell’anno scorso.