Se per calcolare l’IMU si partisse dal valore di mercato dell’immobile si potrebbe rendere la tassa più equa e garantire coerenza con la reale situazione dei contribuenti, oltre a favorire uno spostamento del gettito dalla prima casa alle altre abitazioni e una riduzione delle aliquote comunali oltre a quelle ordinarie.
A misurare empiricamente la soluzione – in parte prevista dalla imminente Riforma del Catasto – sono state Chiara Bocci, Sabrina Iommi e Donatella Marinari, che proseguono avanzando una interessante metodologia per ridurre le aliquote IMU e calmierare le tasse sulla prima casa.
Calcolo IMU su valore di mercato
La soluzione per una IMU più equa richiede per prima cosa di calcolare la base imponibile sul valore di mercato, come propone la Riforma del Catasto:
=> Leggi i dettagli sulla Riforma del Catasto
La nuova metodologia proposta, però, si spinge oltre. Per sostenerla, le tre economiste riportano i risultati della simulazione – eseguita in Toscana – volta a misurare la differenza media fra rendita catastale e valore di mercato (su dati dell’Osservatorio Mercato Immobiliare, Agenzia del Territorio).
Applicando una serie di accorgimenti per rendere i numeri omogenei si ottiene come indice medio 2,8 ( range 1,2 – 5,4), con prezzo di mercato sempre maggiore della rendita, soprattutto quando subentrano dinamiche di mercato più vivaci (es.: aree turistiche o metropolitane).
=> Calcola l’IMU con il modello da scaricare
Come ottenere aliquote IMU ridotte
Per evitare che l’imposta IMU così calcolata diventi più alta – visto che i valori di mercato sono superiori alle rendite catastali – bisogna applicare aliquote più basse applicando il coefficiente 2,8: l’aliquota sulla prima casa scenderebbe a 0,14% mentre sulle altre abitazioni a 0,27%.
Se si applica questo metodo nei Comuni con di mercato maggiore della media aumenterà il gettito IMUe si potranno ridurre le aliquote comunali; nei Comuni con scarso gettito si potrà invece aumentarle sugli immobili diversi dalla prima casa: in entrambi i casi si rispetterà il profilo finanziario dei contribuenti prevedendo un trattamento fiscale più conveniente per un bene primario, come è la prima casa.
=> Consulta la mappa dei Comuni con le aliquote IMU 2012
E’ vero anche i Comuni, con la rimodulazione delle aliquote IMU, hanno previsto in molti casi agevolazioni per prima casa e immobili produttivi, o sconti per abitazioni affittate (vedi le aliquote IMU agevolate). Tuttavia, l’IMU resta per ora una tassa che contraddice i due concetti di equità orizzontale e verticale.
Equità orizzontale
L’equità orizzontale è un principio fiscale in base al quale contribuenti con la stessa capacità contributiva devono essere assoggettati alla stessa aliquota media.
Nel caso IMU, la capacità contributiva è rappresentata dal valore dell’immobile ma la rendita catastale non vi corrisponde e in più la distanza fra i due valori cambia a seconda delle tipologie di immobili e dei territori creando una sperequazione. => Per altri dettagli vai allo Speciale IMU
Equità verticale
Il principio dell’equità verticale vuole invece che a maggiore possibilità corrisponda maggiore imposta.
E invece l’attuale dinamica delle rendite catastali è tale che quando cresce il valore di mercato degli immobili aumenti anche la distanza con il valore catastale: in pratica, con l’aumentare del valore del bene tassato, il contribuente paga una tassa più bassa (perché calcolata sul valore catastale, che resta invece basso). Risultato: l’IMU diventa «di fatto un prelievo regressivo», sottolineano le tre economiste.
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