Il Consiglio di Stato torna ad esprimersi sull’IMU agli Enti non commerciali, come la Chiesa, in possesso di immobili adibiti nel complesso o in parte ad attività commerciali, dando il via libera al regolamento del Governo che esenta dall’imposta solo in caso per gli utilizzi no-profit.
Nel precedente parere il CdS aveva bocciato la misura del Governo che imponeva il pagamento dell’IMU agli enti no profit come la Chiesa nei casi in cui l’immobile viene adibito ad attività commerciali o miste.
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Ora il Governo ha specificato le modalità per identificare le attività no profit e anche il CdS fornisce delle indicazioni.
Il Consiglio di Stato ha sottolineato la necessità di inserire nel regolamento un riferimento alle norme europee che identificano l’attività economica, «anche lo scopo di evitare il rischio di una procedura in infrazione avente ad oggetto il nuovo atto normativo».
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Il Governo non ha ancora reso ufficialmente noto il regolamento che dovrebbe essere composto da 7 articoli che vanno a definire nel concreto i soggetti no profit e forniscono anche una regolamentazione per quegli immobili che hanno utilizzazione mista (la cui parte adibita ad attività no profit sarà esente dal pagamento dell’IMU).
In una nota stampa il Governo ha poi voluto precisare la propria posizione rispetto all’IMU, che non è mai cambiata e, nel rispetto delle richieste dell’Unione Europea, «la norma in questione, come può facilmente essere riscontrato, è contenuta nel comma 6 dell’articolo 9 del decreto sugli Enti locali, su cui domani la Camera darà il voto finale, dopo aver votato la fiducia lo scorso 8 novembre».
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Il testo, precisa il comunicato, è lo stesso già deliberato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 ottobre, ma sono state inserite delle precisazioni necessarie dopo il primo parere del Consiglio di Stato.
«Il Governo ha quindi operato affinché la norma sull’IMU per gli Enti non commerciali non fosse resa, in alcun modo, meno stringente a seguito di ulteriori iniziative parlamentari.
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Di fronte a tali proposte emendative, il Governo ha chiesto il rinvio del testo in Commissione. A seguito di tale rinvio, gli emendamenti parlamentari sono stati, a loro volta, espunti ed è stato ripristinato, proprio su iniziativa del Governo, il testo originario. Nessun blitz, nessun arretramento, ma conferma della linea di assoluto rigore e trasparenza più volte sostenuta dal governo», conclude la nota di Palazzo Chigi.