Uno degli strumenti più utilizzati dalle aziende per scongiurare il rischio di insolvenze e i ritardi di pagamento nel saldo fatture è quello del factoring, tramite cui si può cedere crediti commerciali o esternalizzarne la gestione e il recupero ottenendone in cambio il valore nominale al netto dei costi di compravendita e gestione, in pratica liquidità immediata a fronte di una commissione applicata dall’intermediario o banca che acquisisce il credito. In Italia si tratta di un mercato fiorente, perché tutela il capitale circolante delle imprese in uno scenario di incertezze.
La cessione del credito commerciale
Tramite un contratto di factoring, un’impresa cede i propri crediti commerciali (certi ed esigibili) ad un diverso soggetto (factor), che ne anticipa il pagamento dopo averne dedotto un compenso e provvigione a parziale copertura dei rischi di insolvenza. Il cedente deve essere un imprenditore ed il cessionario deve essere una banca o intermediario finanziario il cui oggetto sociale preveda l’esercizio dell’attività di acquisto crediti d’impresa. Nella pratica, il factoring rappresenta una forma di finanziamento concesso a fronte di un credito vantato ancorché non ancora incassato.
Le opzioni di factoring
- Pro soluto: anticipazione dei crediti al momento della cessione (i crediti vengono ceduti in modo definitivo, liberandosi dei rischi).
- Pro solvendo: pagamento crediti alla loro scadenza (il rischio di insolvenza resta in capo al cedente).
Esiste anche una forma di factoring con mandato di incasso, nel quale il factor si occupa di riscuotere il credito e versarlo al cedente alla scadenza stabilita.
Il mercato in Italia
Anche per via della crisi, il mercato del factoring si è affermato in Italia negli ultimi anni ritagliandosi una generosa fetta di PIL e collocando la nostra Penisola sul podio mondiale per giro d’affari (flusso lordo dei crediti ceduti). I crediti commerciali ceduti delle aziende viaggiano nell’ordine di centinaia di miliardi di euro, di cui una quota consistente affidata proprio al factoring. Il settore ha chiuso il 2021 con un volume d’affari di 250 miliardi (+9,7% rispetto al 2020) con un rialzo superiore all’aumento del PIL, rispetto al quale il factoring vale circa il 14%. Tra l’altro, tra le offerte di mercato esistono anche soluzioni di factoring interamente digitali, per ottenere credito immediato in pochissimi giorni.
I vantaggi del factoring
In genere, i contratti di factoring sono più vantaggiosi rispetto ai tradizionali canali di credito (prestito bancario). E non solo in quanto a tassi d’interesse. Le operazioni di factoring hanno anche indici di rischio più bassi, grazie al fatto che non si basano soltanto sull’analisi dell’impresa che cede i diritti ma anche sulla qualità di debiti e debitori. Al fine di garantire valutazioni sempre più precise, l’Assifact (che riunisce le aziende di factoring), ha messo a punto il Dap: base dati con informazioni sensibili (tempi di pagamento, crediti scaduti e contestati) per ottenere uno screening dei debitori, enti pubblici compresi.