Editoria: una tassa sul diritto d’autore per le news online

di Tullio Matteo Fanti

26 Ottobre 2012 15:50

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Una tassa sul diritto d'autore per le notizie aggregate online da motori come Google News: la FIEG si unisce all'azione congiunta per difendere la proprietà intellettuale dei contenuti Internet. In arrivo news a pagamento?

La FIEG (Federazione Italiana Editori di Giornali), invoca una sorta di tassa sul diritto d’autore da applicare alle notizie che vengono riprese online da motori come Google News, sulla scia degli orientamenti in Francia e Germania.

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Gli editori partono da una constatazione: le notizie vanno ad arricchire soggetti estranei al mondo editoriale, in primis i motori di ricerca.

Pertanto, gli editori italiani, francesi e tedeschi hanno deciso di avviare una azione congiunta mirata a creare «un sistema di diritti di proprietà intellettuale idoneo ad incoraggiare su Internet forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti sui contenuti editoriali e gli operatori dell’industria digitale (in primo luogo, i motori di ricerca)».

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Come spiegato nel comunicato FIEG, in Italia tra il 2009 e il 2011, il numero di utenti di siti web di giornali è salito da 4 a 6 milioni di utenti, con un incremento del 50% e i lettori di giornali online rappresentano una quota pari al 46,8%: un dato che ribadisce la straordinaria forza del mezzo.

Nonostante ciò, le imprese editoriali subiscono fortemente la crisi economica, e l’indebito sfruttamento del valore dei contenuti editoriali da parte dei motori di ricerca non può che peggiorare la situazione.

E’ anche vero che i motori di ricerca danno visibilità alle notizie, moltiplicando le visite e quindi i click pagati dagli inserzionisti (anche online, l’editoria vive di pubblicità).

Senza i motori di ricerca le news si disperderebbero nell’immensità della rete, ma senza questi contenuti servizi aggregatori e come Google News non avrebbero ragione di esistere. Chi ha ragione?

Si prevede quindi uno scontro aperto tra Google News e le testate giornalistiche, proprio mentre sia il Corriere che Repubblica si preparano ad introdurre una sezione a pagamento dei loro siti.