La pioggia di emendamenti alla Legge di Stabilità probabilmente non otterrà il risultato sperato dai partiti, il Governo di Mario Monti ha bocciato le modifiche chieste in prima linea da Pdl e Pd, che riguardavano soprattutto le nuove norme in tema IVA ed IRPEF.
Legge di Stabilità=> leggi le proposte di modifica
Le norme contestate, lo ricordiamo, riguardano l’aumento di un punto per l’imposta sul valore aggiunto (=>vedi i calcoli IVA in dettaglio) a partire da luglio 2013 e la parallela riduzione di un punto percentuale sulle due aliquote IRPEF più basse (IRPEF => le aliquote dal 2013), ma anche l’eliminazione dei tagli retroattivi ad alcune agevolazioni fiscali.
La Legge di Stabilità verrà esaminata nei prossimi giorni, quindi potranno essere presentati gli emendamenti, ma la posizione del Governo sembra già chiara: qualche modifica potrà essere concessa, ma a saldo invariato (Governo disposto a modifiche => le anticipazioni). E, tramite le misure sull’IVA contenute nel disegno di legge, l’Esecutivo conta di reperire circa 6,5 miliardi di euro, a fronte di un minor gettito risultante dalle riduzioni IRPEF pari a 4,5 miliardi di euro.
Calcoli che confermano che le diminuzione delle tasse da parte del governo Monti è solo apparente (IVA e IRPEF => perché la riduzione è solo apparente), comportando invece per i contribuenti un aggravio di 2 miliardi di euro, ai quali l’Esecutivo non intende rinunciare.
Secondo i partiti tutto ciò comporterà inevitabilmente effetti negativi sull’economia, ma se vorranno vedere approvate le modifiche richieste è necessario reperire altrove questi 2 miliardi di euro.
In generale i partiti non ritengono equi gli interventi si IVA e IRPEF, «perché ad esempio chi ha redditi bassi già non paga l’IRPEF, e dunque non riceve alcun vantaggio sulla riduzione delle tasse, mentre viene colpito dagli effetti dell’aumento dell’IVA», ha spiegato Stefano Fassina del PD.
Tra le proposte per reperire le risorse volte a contrastare l’aumento dell’IVA c’è quella di Francesco Giavazzi (economista alla Bocconi) , che prevede una razionalizzazione degli incentivi alle imprese.