La crisi ha fortemente influito sui consumi, cambiando anche anche il profilo del consumatore stesso, oggi più consapevole e responsabile, nonché più competente (e di conseguenza esigente) rispetto al passato. Un cambiamento che le aziende non devono sottovalutare se vogliono rimanere competitive sul mercato.
Il ritratto del nuovo consumatore tipo arriva dall’Osservatorio sui consumi degli italiani, sui dati dell’indagine Consumers’ Forum (che riunisce le maggiori rappresentanze di consumatori e aziende italiane) curata da Giampaolo Fabris e Ipsos.
Il 79,7% del campione dichiara oggi di spendere meno e di essere più attento agli sprechi, mentre si diffonde una crescente attenzione verso l’ambiente, i propri diritti e le responsabilità.
Il 73% chiede quindi prodotti meno inquinanti, etichette con più informazioni utili (70,4%) e maggior rispetto dei propri diritti di consumatore (64,3%), mentre il 56,5% richiede alle associazioni dei consumatori di essere più presenti e incisive.
Tutti segnali che invitano le aziende produttrici a investire in qualità e innovazione, anziché rincorrere a tutti i costi il prezzo più basso a discapito della qualità e del rispetto verso l’ambiente. Seppure attento al prezzo, il consumatore è oggi infatti stanco di rincorrere sconti, promozioni e saldi.
Il 75,6% del campione si ritiene infatti disposto a boicottare i prodotti che implicano un rapporto “predatorio” con la terra mentre l’84,8% ritiene che sia un dovere non acquistare un prodotto o una marca non etica.
Grazie ad Internet, elemento chiave di questa trasformazioni, oggi il consumatore rischia di spendere meno e di imbattersi al contempo in prodotti di qualità a prezzo medio-basso, spiega Fabris; un segnale forte che le aziende desiderose di cogliere nuove opportunità non potranno ignorare.