Esaminare la situazione degli esodati caso per caso e fornire le stime sui lavoratori che resteranno senza stipendio né pensione nel 2013-2014: questi gli impegni presi dal ministro del Welfare Elsa Fornero in Audizione – al Senato prima, alla Commissione Lavoro della Camera il 12 ottobre – per discutere di pensioni.
Si discute anche del disegno di legge su esodati e pensioni, la proposta Damiano-Dozzo-Paladini n.5103 per allargare la platea dei salvaguardati, riducendo età pensionabile e requisiti pensionistici previsti dalla riforma delle pensioni (<<leggi tutte le notizie sul tema). La proposta è stata infatti bocciata dalla Ragioneria di Stato e dal Governo.
Numero Esodati 2013-2014
Fornero ribadisce che il Governo è disponibile a discutere solo di ulteriori singoli casi e che è necessario «ragionare sul numero, per vedere se ci sono ancora persone che nel 2013-2014 non sono comprese nella salvaguardia del primo decreto».
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Dopo l’incontro della Commissione Lavoro con i ministri Giarda e Fornero, è stato infatti chiesto l’avvio di un tavolo di confronto con il governo per capire quanti lavoratori resteranno senza reddito nel 2013 e 2014 a causa della riforma delle pensioni.
Un obiettivo non semplice da perseguire, «stiamo facendo una ricognizione. Chiedo sempre i numeri e poi me li cambiano un po’» ha dichiarato il ministro senza precisare chi è a cambiare le stime. L’impegno di Fornero è quello di fornire i numeri in Audizione alla Camera il 12 ottobre, come anticipato Cesare Damiano, capogruppo Pd in Commissione.
Tutto questo perché i 100 milioni stanziati dalla Legge di Stabilità 2013 sembrano palesemente insufficienti a garantire la salvaguardia a tutti i futuri esodati del prossimo biennio:
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In sostanza Fornero, si dichiara disponibile ad aiutare le persone in difficoltà, ovvero coloro «che nel 2013 e nel 2014 rischiano di trovarsi senza stipendio e senza pensione», ma ribadisce «con forza che non abbiamo la possibilità di smontare la riforma delle pensioni che è stata una buona riforma e che ieri ha ricevuto ulteriori plausi da organismi istituzionali internazionali come il FMI».