Imprese poco attente all’impatto ambientale del proprio business? Nonostante i segnali positivi che giungono dalle Pmi, le aziende IT ancora non seguono il buon esempio: lo dice Greenpeace, che nella sua ultima classifica le boccia, riconosce loro punteggi inferiori a 50, su un massimo di 100.
Con “Cool IT“, Greenpeace avrebbe voluto dar merito alle aziende dell’Information Tecnology impegnate sul fronte dei cambiamenti climatici. Peccato però che nessuna abbia superato la sufficienza.
Prima classificata IBM, con solo 43 punti su 100. Seguono HP, Fujitsu e Google, new entry nella classifica con 32 punti.
I criteri di giudizio erano: sostegno alle politiche di abbattimento emissioni, capacità di proporre soluzioni scalabili e misurabili alla crisi climatica.
Alla conferenza ONU sul cambiamento climatico manca poco più di un mese e il focus è puntato sui colossi dell’IT come Google, Microsoft e IBM.
Le aziende IT potrebbero dare il buon esempio – anche in chiave di business profittevole – nella campagna di riduzione dei gas nocivi, che in base al rapporto “Smart 2020” possono potenzialmente essere ridotte del 15% entro il 2020. Tanto più che, avrebbero tutto da guadagnarci sul fronte dei profitti!