All’assemblea della CNA, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato – per voce del Sottosegretario alla presidenza Gianni Letta – che il Governo sta studiando nuovi interventi per ridurre la pressione fiscale, aumentare i consumi e agevolare gli investimenti.
Tra questi «il taglio dell’IRAP, prima graduale e poi definitivo, soprattutto in favore delle aziende più piccole.
Inoltre, in arrivo anche estensione della Tremonti-Ter e un sostegno stabile alle Pmi che investono in Ricerca e Innovazione .
Per sottolineare l’importanza di questa misura per le Pmi italiane, il Centro studi Confapi ha ricordato che il peso IRAP sui bilanci delle Pmi è in molti casi pari a tre volte l’utile. Una tassa che secondo Galassi punisce chi assume e premia chi licenzia.
Confindustria ha accolto positivamente il messaggio di Berlusconi, auspicando che si passi presto dalle parole ai fatti e dichiarandosi pronti ad avviare immediatamente un confronto con il Governo e le altre parti sociali per individuare le modalità di attuazione della misura tanto attesa.
Favorevole anche il presidente della Confesercenti, Marco Venturi, che però sottolinea: vogliamo però capire come si fa a reperire le risorse perché si tratta di circa 30 miliardi in quattro anni che equivalgono a 8 miliardi l’anno circa. Dove si trovano le risorse e con quali passaggi si abolisce l’IRAP, una tassa che chiediamo da tempo di cancellare?».
Il Premier non ha infatti chiarito su quali voci dell’imponibile si interverrà. Il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Claudio Siciliotti, ha suggerito di partire dalla deducibilità degli interessi passivi.
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha affermato che bisognerebbe procedere alla cancellazione dell’IRAP in maniera graduale «a partire dal fattore lavoro, che incide ingiustamente sull’IRAP e farlo compatibilmente con l’andamento delle entrate, con l’andamento dell’economia».
Tagliare l’IRAP è considerata la vera priorità per rilanciare il Sistema-paese dal 60% delle imprese associate a Confapi , il cui presidente Paolo Galassi ha dichiarato che «era tempo che il Governo prendesse coscienza del fatto che rivedere il carico fiscale sulle imprese, a partire dall’Irap, è un’iniziativa che l’Italia non si può permettere di procrastinare».
Tra i meno entusiasti, la Cgil – che per voce del suo segretario generale, Guglielmo Epifani, chiede invece di intervenire prima sui lavoratori e poi sulle imprese, invocando meno tasse per tutti – e anche il Codacons, che ricorda dati del Rapporto Caritas diffuso in questi giorni: nel 2008 le persone in difficoltà economiche sono aumentate del 20%. Anche il Codacons si unisce al coro di chi si chiede dove il Governo intenda trovare le risorse per ridurre la pressione fiscale, aumentare i consumi, agevolare gli investimenti, abolire l’IRAP e così via.