Windows 7 sarà lanciato solo tra poche ore, ma ha già superato un rivale temibile come Linux in quanto a quote di mercato: La fetta di Seven sarebbe già dell’1,52% – seppure nella sua versione non definitiva – rispetto allo 0,95% di Linux e allo 0,96% e 0,77% di Mac OS X 10.4 e 10.6 (si si compara anche il sistema operativo Apple).
Si tratta di dati che mettono in luce la difficoltà di Linux ed Apple di affermarsi in ambito consumer e soprattutto business.
Ai delusi da Vista e agli scettici del software proprietario, il nuovo sistema operativo Windows 7 promette velocità e leggerezza, per rispondere efficacemente alle attuali esigenze del mercato.
Tanto da mettere in ombra le offerte open source?
Diffile dirlo, soprattutto in azienda dove i sistemi Microsoft sono ancora la prima scelta.
Eppure, l’avvento di netbook e laptop di ultima generazione ha permesso ai sistemi operativi GNU/Linux di offrirsi come alternative flessibili e in linea con le esigenze di oggi: velocità, prestazioni e supporto a buon livello.
Linux, oltre ad essere sicuro e gratuito, permette infatti di adattarsi alle caratteristiche dei nuovi dispositivi portatili, spesso dotati di poca RAM e processore poco performanti. Inoltre, si può facilmente installare su qualsiasi partizione del disco rigido oppure avviare da CD, se non addirittura da chiavetta USB.
Windows 7 – meno esigente dal punto di vista delle risorse impiegate rispetto al pachidermico Windows Vista – potrebbe però a breve innestare una inversione di tendenza.
Secondo gli analisti Ovum, le difficoltà Linux a imporsi sul mercato risiederebbero nella presenza di due distinte interfacce grafiche (KDE e Gnome), che creerebbero confusione.
Inoltre, se da un lato il sistema operativo risulta sempre più facile da utilizzare, rimane limitato il supporto a livello di driver e di assistenza ai programmi.