Il rincaro IMU da parte dei Comuni interesserà essenzialmente gli immobili d’impresa (uffici, negozi, magazzini): le aliquote finali saranno stabilite entro il 31 ottobre ma è già evidente il ritocco al rialzo per l’aliquota dello 0,76% che, in media, finora è già schizzata a 0,95%.
Gli aumenti deliberati in sede comunale andranno a conguaglio nel saldo IMU (scadenza: 16 dicembre), detraendo quanto già pagato in sede di acconto dall’ammontare annuo dovuto.
Vediamo nel dettaglio che situazione si va delineando.
Rincaro IMU per imprese
Se sulle prime case sono pochi i Comuni che hanno optato per l’aliquota massima, per le altre abitazioni (compresi gli immobili di impresa) è vero il contrario: Roma, Napoli, Torino, Genova e Venezia hanno già deliberato l’aliquota massima dell’1,06%. Milano prevede l’1,06% per le case sfitte e lo 0,96% per quelle affittate (con sconti ulteriori per i canoni concordati).
Alcuni Comuni fermano dunque l’aliquota sulle seconde case allo 0,76% nel caso in cui gli immobili siano affittati (a volte l’agevolazione riguarda solo gli affitti calmierati, a volte anche quelli liberi).
Praticamente nessuno è sceso sotto lo 0,76% (si poteva fare, fino allo 0,46%).
Agevolazioni
In alcuni casi i Comuni hanno introdotto delle agevolazioni per alcune tipologie aziendali.Vediamo qualche esempio derivante da un’indagine del Sole24Ore.
Ad esempio Venezia, pur portando l’aliquota all’1,06%, introduce un’agevolazione per imprese che non licenziano e anzi assumono: in particolare, l’aliquota resta allo 0,76% per le aziende che non hanno licenziato nessuno negli ultimi due anni e che assumono a tempo indeterminato disoccupati con meno di 30 anni o con più di 50 anni. L’aliquota ridotta si applica per la sola annualità in cui è avvenuta o sono avvenute le assunzioni, previa autocertificazione.
In alcuni Comuni (nel 9,3%) è stata introdotta un’aliquota ridotta (in media intorno allo 0,5%) per capannoni, negozi o laboratori gestiti dal titolare.
Nel 5,8% dei casi ci sono tasse ridotte per i beni merce, mentre il 4,7% dei Comuni prevede imposta ridotta per cinema e teatri e agevolazioni per le nuove imprese (qui l’aliquota media è dello 0,43%).
Seguono (3,5%) le agevolazioni per botteghe storiche o negozi di vicinato, mentre in ultima posizione (2,3% dei casi) le aliquote agevolate per chi assume apprendisti, ricercatori o disoccupati.