Fedora Project sponsorizzata da Red Hat ha rilasciato la nuova distribuzione Linux Fedora 14, nome in codice “Laughlin“.
In questi anni, Fedora ha cercato di imboccare la strada di Ubuntu e trasformarsi in un prodotto più a portata degli utenti medi, pur mantenendo spiccate doti di personalizzazione.
Le novità in quest’ultima versione non sono moltissime, quasi tutte a livello di tool per gli sviluppatori, e dunque soprattutto per i professionisti.
Fedora 14 integra il nuovo Kernel 2.6.35 e Gnome 2.32 (opzionale KDE 4.5). Interessante notare come in questa distribuzione tutti i pacchetti inclusi siano 100% open source, in quanto non vi è nessuna soluzione proprietaria come invece è possibile riscontrare in Ubuntu.
Da sottolineare il supporto ad “Amazon Elastic Compute Cloud” che consente in alcuni casi di sfruttare le capacità di calcolo dei server Amazon e la presenza del software Simple Protocol for Independent Computing Environment (per gli amici semplicemente SPICE) che in sostanza è una sorta di remote desktop.
Interessante per gli sviluppatori la presenza di uno stack MeeGo 1.0 dedicato ai notebook.
Abbiamo dunque voluto provare questa nuova distribuzione Linux e per farlo abbiamo creato una macchina virtuale grazie all’ausilio di VMware Fusion 3.1 su computer Mac Os X. Le caratteristiche della virtual machine sono 1 Cpu, 1 GB di Ram ed un HD da 20 GB.
L’ISO scaricata dal sito di Fedora Project è una distribuzione live che non necessita di installazione, ma noi dopo il primo avvio che avviene in meno di un minuto, abbiamo scelto dal desktop l’opzione per installarla.
L’installer di Fedora 14 non è immediato come quello di Ubuntu dove quasi tutto era automatico, ma nulla comunque di preoccupante. Per l’utente meno esperto è dunque consigliabile confermare le opzioni di default che il sistema sceglierà . Gli esperti invece potranno personalizzare l’installazione come meglio credono.
Conclusa l’installazione molto velocemente (5 minuti circa), ci troviamo di fronte al classico ambiente Gnome. Fa storcere un pò il naso la scarsità dei programmi inclusi che andranno installati tutti manualmente. In particolare stona davvero l’assenza della suite Open Office.
Nel complesso, Fedora 14 sembra essere comunque un buona distribuzione Linux che però richiede davvero molta pazienza per la sua personalizzazione e questo la rende in definitiva ancora lontana da Ubuntu che invece include già quanto serve per iniziare a lavorare o divertirsi.
Di seguito un video della macchina virtuale che mostra Fedora 14 in azione.
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