Secondo una ricerca Softchoice, l’88% dei Pc aziendali risponde alle richieste minime per utilizzare il nuovo sistema operativo di Microsoft, ossia è pronto ad integrare Windows 7.
Di questi, il 97% è equipaggiato con un OS datato o non più supportato. L’upgrade a Seven in ambito aziendale dovrebbe essere quindi più veloce e snello rispetto a quanto è accaduto ai tempi di Vista.
Non solo requisiti minimi: il 65% dei computer utilizzati in ambito business sarebbe in grado di supportare Windows 7 in maniera ottimale. Per alcuni modelli, inoltre, si tratterebbe solamente di aggiungere un po’ di RAM oppure di aggiornare il disco fisso.
In definitiva, solamente un 5% del parco macchine non sarebbe in grado di supportare l’aggiornamento.
Una situazione decisamente diversa rispetto al periodo in cui Windows Vista ha fatto il suo debutto sul mercato: secondo i dati Softchoice, in quell’occasione solamente il 50% delle macchine aziendali era in grado di far girare in nuovo sistema operativo, il 6% se si vuol prendere in considerazione solamente le macchine in grado di gestire Vista in maniera ottimale.
Come risultato, il 90% delle imprese è rimasto legato a XP – che si avvicina sempre più al suo decimo anno di vita – con un 5% ancora ancorate a sistemi operativi non più supportati, quali Windows NT o Windows 2000.
Le esose richieste hardware per il passaggio ad un OS più moderno, abbandonando l’oramai datato XP, sembrano quindi essere oggi molto meno pressanti rispetto ai tempi di Vista, fattore che dovrebbe quindi incidere positivamente sul naturale ricambio del parco macchine, anche in ambito aziendale.
Per le aziende, diventa ora più che mai prioritario capire quali siano i benefici del passaggio a Windows 7 e implementare un piano di migrazione il più possibile indolore.