Codice etico aziendale, c’è ma non si usa

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 15 Ottobre 2009
Aggiornato 5 Novembre 2013 12:14

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Due aziende su tre dispongono di un codice etico, ma in realtà non viene applicato. Solo il 35% riconosce l'impatto positivo, per gli altri è una moda...

Impiegare in azienda comportamenti e regolamenti che si ispirano ai diritti delle persone e dei loro interessi è auspicabile in ogni contesto imprenditoriale, per migliorare la condizione lavorativa e promuovere una cultura della condivisione e del rispetto.

Sulla carta, questi buoni propositi sono seguiti: il 67% delle aziende italiane dispone di un codice etico e quasi il 70% supera le prescrizioni della Legge 231 del 2001.

Tuttavia, la realtà di tutti i giorni è ben diversa: solo 1/3 delle imprese lo applica veramente.

Inoltre, le figure aziendali che dovrebbero garantirne il rispetto sono poco definite, tanto da generare confusione nell’attribuzione delle responsabilità e una conseguente assenza di controllo.

Questo è quanto emerge da una ricerca della Fondazione Unipolis, che ha analizzato l’introduzione dei codici etici su un campione di circa cento aziende sparse sul territorio nazionale.

Solo il 35% dei manager considera in modo positivo l’impatto del codice etico sulla vita e sui processi aziendali, mentre i restanti non evidenziano alcun aspetto di merito. Alcuni esprimono diffidenza nei confronti dei codici, considerati come “una moda” da esibire solo in particolari “campagne mediatiche”.