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Cresce la passione per Internet e i social network, anche in ufficio – nonostante la scarsa tolleranza dei capi azienda – e cresce la dipendenza da connessione: secondo il sondaggio The Future Laboratory, la possibilità di connettersi influenza umore e sensazioni regalando relax e combattendo l’ansia da isolamento digitale.
Peccato che le aziende – secondo l’indagine dell’Istituto A&F Research commissionata da Trend Micro – tollerino non più di 20 minuti di navigazione libera al giorno per i propri dipendenti.
Ancor meno tolleranti le Pmi: mentre il 44% delle società contempla anche lassi di tempo maggiori per navigare su siti personali, le piccole e medie imprese lo ammettono solo nel 26% dei casi.
Come prevedibile, chi mostra dipendenza da connessione – anche in ufficio – predilige social netwoking, email, chat e instant messaging.
Addirittura, un utente su tre mostra segnali di ansia e nervosismo, se non può “comunicare”, in primis con la propria famiglia (36%).
Una vera e propria malattia? Quasi: al di là della dipendenza in ufficio, anche “fuori copertura” crescono gli utenti in apprensione se non possono connettersi per lavorare (31%), o parlare con amici e conoscenti (27%).
Lo stato di inquietudine vissuto dagli internauti è legato anche alla dipendenza da operazioni accessorie: acquisti online, ricerca mappe, ecc.
Sono segnali di nuove dipendenze digitali sempre più diffuse e note dal punto di vista medico, soprattutto nella fascia dei così detti “nati digitali”.
In controtendenza rispetto ai risultati dell’indagine inglese, un buon 29% degli intervistati si sente liberato da un peso quando lascia la postazione pc, e ancor più se si ritrova in luoghi privi di connessione!