Il Decreto esodati che salva 65mila lavoratori dalla riforma delle pensioni – dopo la registrazione presso la Corte dei Conti – sta per arrivare in Gazzetta Ufficiale, con il contestuale invio delle tanto attese lettere INPS che comunicano ai contribuenti la maturazione dei requisiti (con le vecchie regole) per ricevere il fatidico assegno.
Lo conferma il Messaggio INPS del 20 luglio 2012 n. 12196, che stabilisce il Piano operativo per la verifica del diritto a pensione a favore dei lavoratori salvaguardati.
Lettera INPS ai 65mila Esodati
Le lettere INPS dovrebbero arrivare entro fine luglio ai 65mila contribuenti inseriti nelle liste denominate SICO-SALVAGUARDATI: qualche giorno prima i lavoratori esodati interessati dalla misura dovrebbero ricevere una chiamata dal Contact Center Multicanale che segnalerà l’imminente arrivo della comunicazione.
Un supporto più verrà dai punti di consulenza “Sportello Amico“.
L’Istituto inviterà i 65mila esodati salvaguardati a prendere visione del proprio estratto conto previdenziale per verificare la presenza di eventuali carenze o errori da segnalare recandosi, previo appuntamento, presso una delle sedi INPS presenti sul territorio.
Nel frattempo, l’Istituto dovrà portare a termine entro il 30 settembre la verifica del diritto a pensione secondo le regole previgenti la riforma, nei confronti dei lavoratori salvaguardati.
Intanto i sindacati continuano a scendere in piazza a Roma perché si trovi una soluzione anche per gli altri esodati.
«Per Cgil, Cisl e Uil – spiegano le tre sigle – l’ampliamento dei lavoratori derogati dall’applicazione dei nuovi requisiti pensionistici (c.d. esodati) – attuata con il decreto Legge n. 95/2012 – è un primo importante passo ottenuto grazie alla mobilitazione del sindacato ma non sufficiente a risolvere il problema di centinaia di migliaia tra lavoratrici e lavoratori. Cgil Cisl Uil ritengono infatti che debba essere rimosso ogni vincolo numerico rispetto ai soggetti che vanno salvaguardati».
Per Cgil, Cisl e Uil si tratta di difendere la «certezza del diritto e della credibilità delle istituzioni che non possono violare oggi patti sottoscritti in passato, cambiando le regole in corsa e disconoscendo quindi ogni impegno preso».