Tasse in Italia: è record mondiale oltre che nazionale, con un tasso di pressione fiscale reale al 55% (quello “apparente” è al 45,2%, ma bisogna sommarvi il peso del lavoro nero).
L’analisi è contenuta nel rapporto di Confcommercio “Una nota sulle determinanti dell’economia sommersa“, che segnala anche un altro primato tutto italiano: il maggiore aumento di tasse degli ultimi 12 anni (+ 3,4%).
Il peso delle tasse
Se consideriamo la pressione fiscale reale, con il suo 55% l’Italia è sul podio mondiale, seguita a distanza da Danimarca (48,6%), Francia, Svezia e Belgio.
La pressione fiscale reale (effettiva) si ottiene dividendo il PIL per il gettito, ma in Italia incide fortemente su questo rapporto un 17,5% di PIL dovuti al sommerso economico (la quota di tasse evase è pari a 154 miliardi di euro).
Il tasso del sommerso (17,5%), pur essendo in flessione nell’ultimo decennio è a sua volta fra i più alti del mondo: 3,9% in Francia, 8,1% nel Regno Unito, 2,2% in Canada.
La soluzione, secondo Confcommercio, passa attraverso «precisi meccanismi di restituzione delle maggiori imposte riscosse – attraverso la lotta all’evasione e all’elusione – ai contribuenti in regola per mezzo dell’abbassamento contestuale delle aliquote legali».
Infine, altro record poco invidiabile, l’Italia è fra gli unici grandi paesi europei ad aver alzato il prelievo fiscale (+3,4% nei 12 anni fra il 2002 e il 2012). In media, in Eurolandia il peso del fisco è sceso del 0,9% e nell’Europa a 27 dell’1%. In Svezia (paese dove le tasse sono alte e c’è un potente stato sociale) la pressione fiscale è scesa del 6,3%.
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