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Spending Review: analisi dei tagli alla spesa pubblica

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Luglio 2012
Aggiornato 24 Giugno 2013 12:36

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La sforbiciata da 26 miliardi della spending review prevede riduzione degli organici, turn over nelle assunzioni, risparmi di spesa, dimezzamento delle Province, tagli a enti e Sanità: panoramica delle misure.

Analizziamo il decreto sulla Spending Review approvato dal Consiglio dei Ministri del 5 luglio: una manovra per generare 26 miliardi di euro di risparmi tramite tagli applicati fra il 2012 ed il 2014.

DL di Spending Review

Riduzione organici PA

Taglio del 20% dei dirigenti e del 10% dei dipendenti di amministrazioni dello Stato, agenzie, Enti pubblici, Enti di ricerca, più il taglio agli organici del 10% nelle forze armate.

Per queste riduzioni si procede prioritariamente, dando la possibilità di andare in pensione con le vecchie regole – precedenti alla riforma Fornero – a coloro che maturerebbero i requisiti entro fine 2014. In subordine, si procede con la messa in mobilità.

Tagli alla spesa

Auto blu: dal 2013, riduzione del 50% sulla spesa sostenuta nel 2011. I buoni pasto avranno un tetto di 7 euro, le consulenze saranno ridotte, scatterà l’obbligo di usufruire di ferie e riposi senza la possibilità di essere monetizzati, i CdA delle società pubbliche potranno avere al massimo tre membri.

Previste anche misure per la razionalizzazione dei costi per gli affitti delle amministrazione pubbliche, con blocco al 2014 dell’adeguamento Istat.

C’è una corposa riorganizzazione delle spese della PA per acquisti e servizi. Dall’analisi del commissario straordinario Enrico Bondi, segnala il Governo, «è emerso un divario significativo tra il volume di acquisti presidiati da Consip (la società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze che gestisce il Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella PA) e gli approvvigionamenti che le amministrazioni effettuano in autonomia». Da qui, una riorganizzazione che attribuisce a Consip un ruolo privilegiato di centrale acquisti.

Ci sono punti dettagliati che impongono alle Amministrazioni specifiche procedure. Ad esempio sono nulli i contratti non stipulati attraverso Consip, a meno che le condizioni non siano più favorevoli. E nei contratti in essere viene inserita ex lege una clausola che attribuisce alle Amministrazioni il diritto di recesso se le imprese non adeguano le prestazioni ancora da effettuare alle migliori condizioni previste dalle convenzioni Consip.

Per i servizi di rete ed extra-rete, combustibili per riscaldamento e telefonia fissa e mobile (in futuro potrebbero aggiungersi altre categorie) viene stabilito l’obbligo assoluto per le PA di acquistare attraverso Consip o centrali di committenza regionali. I contratti stipulati in violazione di tale regola sono nulli, costituiscono illecito disciplinare e sono causa di responsabilità amministrativa.

Province

Le Province verranno dimezzate, utilizzando come criteri la dimensione territoriale e la popolazione. Le Province dei capoluoghi di Regione non saranno accorpate, ma alcune spariranno sostituite dalle future Città Metropolitane, dieci in tutto (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria).

Le Province che rimarranno avranno competenze in materia di ambiente e trasporti e viabilità.

Per l’accorpamento, questo l’iter: il Governo metterà a punto i criteri con un provvedimento che sarà pronto entro dieci giorni e li trasmetterà al Consiglio delle Autonomie Locali istituito in ogni Regione. Questi organi avranno 40 giorni per approvare il piano.

Ministeri ed Enti locali

Ministeri ed Enti statali devono risparmiare 1,5 miliardi nel 2012 e tre miliardi a partire dal 2013.

Vengono soppressi Isvap (vigilanza sulle assicurazioni) e Covip (vigilanza sui fondi pensione) accorpati in un nuovo Ente che si chiamerà Ivarp.

Soppressi Ente nazionale per il Microcredito, Associazione Luzzatti (promozione design), Fondazione Valore Italia, Fondazione Arcus (promozione cultura).

Tagli a Regioni ed Enti locali per 2,2 miliardi nel 2012, 5 miliardi nel 2013 e 5,5 miliardi dal 2014. Fra questi, il conto più salato lo pagano le Regioni: stretta ai trasferimenti di 1,2 miliardi nel 2012, 2 miliardi nel 2013, 2,5 miliardi nel 2014.

Sanità

Spesa per i farmaci: aumenta lo sconto obbligatorio che farmacie e aziende farmaceutiche praticano al Servizio Sanitario Nazionale. Per le farmacie passa al 3,85% (dall’1,82%), per le aziende farmaceutiche sale al 6,5% nel 2012.

Nuovi tetti di spesa per la farmaceutica territoriale, all’11,5% (dal 13,3%) e per quella ospedaliera, al 3,2% (dal precedente 2,4%). Per l’acquisto di beni e servizi ci sarà una riduzione del 5%.

Spesa per dispositivi medici: riduzione del 5% nel 2012 e del 4,8% nel 2013. Budget delle singole strutture per prestazioni da privati: riduzione dell’1% nel 2012 e del 2% nel 2013 (rispetto al 2011).