Esodati: Pd, nuovo decreto Fornero per 280mila

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 3 Luglio 2012
Aggiornato 12 Luglio 2012 16:24

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Esodati: 270-280mila per Bersani, che ricorda il rifiuto del Governo di accettare la proposta Pd di un'uscita flessibile dal lavoro per i lavoratori vicini alla pensione e chiede ora tutele per nuovi salvaguardati.

Mentre il Governo studia una nuova soluzione per i lavoratori esodati, volta ad ampliare a platea dei salvaguardati dalla riforma delle pensioni Fornero, che probabilmente verrà inserita nel decreto sulla spending review, non si ferma il balletto sulle cifre.

I compiti a casa li ha fatti anche il Pd: «quanti sono gli esodati? Un po’ di conti li abbiamo fatti anche noi, e per noi sono 270-280 mila», ha rivelato il segretario Pier Luigi Bersani per i quali si chiede ora un nuovo decreto Fornero con copertura finanziaria sufficiente a salvarli tutti.

In realtà, dopo che il Governo ne ha deciso di salvare 65mila con il primo decreto esodati (oltre a quelli del decreto Milleproroghe), il ministro del Welfare Elsa Fornero ha dovuto ammettere di aver commesso degli errori e che la platea degli esodati è più ampia, pur non riconoscendo i numeri di sindacati e INPS che parlano di almeno 300mila lavoratori esodati.

Bersani si è dunque unito in coda al coro di chi chiede da tempo all’Esecutivo un atteggiamento diverso e risolutivo su questa conseguenza davvero grave della Riforma delle Pensioni studiata da Monti e Fornero: «nessuno in Europa lascia a casa la gente senza salari e ammortizzatori sociali».

«Glielo avevamo detto in cinese che sulla riforma delle pensioni c’era un buco. Abbiamo offerto una proposta, con un’uscita flessibile; la risposta è stata “no, no, no perché così si risparmia di meno”. Ma poi con quel buco lì, i soldi ce li devi mettere lo stesso» ha poi concluso il leader democratico.

Sul tema degli esodati è tornato ad esprimersi anche il presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, il quale ha voluto tirarsi fuori dalle polemiche sul tema esodati: «l’INPS è una grande istituzione, non deve e non può essere coinvolta. Non ho niente da rimproverarmi, anzi ringrazio i lavoratori e le lavoratrici dell’Istituto che ogni giorno svolgono un servizio essenziale per il Paese».