Passato l’appuntamento con l’IMU del 30 giugno, ovvero quello con l’acconto, è tempo di tirare le somme. Calcolare il gettito IMU risultante dall’acconto versato è fondamentale per comprendere se i Comuni aumenteranno o meno, e di quanto, le aliquote per il pagamento delle rate rimanenti.
Secondo i primi dati su quanto ha fruttato questa prima tornata di IMU all’appello mancherebbero ben 700 milioni di euro, distribuiti difformemente sul territorio italiano in generale con il CentroNord che, secondo quanto iscritto a bilancio in via convenzionale sui dati di gettito stimati dall’Economia, in generale sembra aver sovrastimato il gettito IMU rispetto ai pagamenti effettivi e il Sud che lo ha sottostimato.
Questo significa che all’orizzonte si prospettano aumenti in arrivo, secondo le stime si tratterà di almeno un punto percentuale sulle aliquote IMU.
Il gettito totale atteso per la nuova imposta municipale propria introdotta dalla manovra finanziaria del governo Monti è di 23,9 miliardi di euro. Secondo le stime 9,7 miliardi sono stati raggiunti a giugno, di cui 1,7 dalle abitazioni principali, ed entro dicembre ne dovranno arrivare altri 14,2 (+46%) con altri 1,7 miliardi dalle abitazioni principali e ben 12,5 miliardi dagli altri immobili (+56% su giugno).
Molti Comuni hanno già fissato l’aliquota ordinaria, scegliendo di portarla al massimo, ma probabilmente per raggiungere i risultati di incasso prefissati sarà necessario andare ad agire anche sulle prime case. Questo significa che i Comuni che inizialmente avevano deciso di lasciare per le prime abitazioni l’aliquota ridotta allo 0,5% potranno modificarla, alzandola.
In ogni caso appare improbabile che la riduzione delle aliquote inizialmente ipotizzata.
Sulla decisione dei Comuni, infine, incideranno anche i provvedimenti relativi alla spending review. Infatti i nuovi aumenti IMU diventeranno sempre più probabili se il Governo attuerà i tagli agli stanziamenti destinati ai Comuni attualmente allo studio di ben un miliardo di euro.