Scaduto il termine del 18 giugno per pagare l’acconto IMU, tanti imprenditori e contribuenti in difficoltà hanno chiesto a PMI.it:
- Quali sanzioni scattano se se non si è versata IMU?
- Cosa succede si è sbagliato il calcolo dell’imposta?
- Si può correggere l’F24?
- Meglio il rimborso IMU o il ravvedimento operoso?
Di seguito, vediamo di chiarire tutti questi dubbi.
Mancato pagamento acconto IMU
In caso di mancato pagamento dell’acconto IMU, una possibilità è di procedere con il ravvedimento operoso, al quale conseguono sanzioni IMU ridotte:
- 0,2% per versamenti effettuati entro 14 giorni dalla scadenza, con interessi di mora su ogni giorno di ritardo (al 2,5% con possibilità per i Comuni di alzarli);
- 3% per versamenti tra i 15 e i 30 giorni di ritardo, più gli interessi di mora;
- 3,75% tra i 30 giorni e un anno di ritardo, più gli interessi di mora.
Nel caso in cui il mancato pagamento venga accertato dal Fisco – che ne invia comunicazione al contribuente – si incorrerebbe in una multa: sanzione del 30% sull’IMU dovuta, senza possibilità di ravvedimento operoso.
In caso di accertamento con adesione la sanzione è ridotta a un terzo (non ad un quarto come la vecchia ICI).
Importo sbagliato acconto IMU
In caso di importo sbagliato in eccesso, è possibile compensare al momento del saldo IMU di dicembre (o nella seconda rata, per le prime case), tecnicamente senza incorrere in sanzioni.
Se anche l’eventuale seconda rata pagata ed il saldo superano l’importo dovuto è possibile procedere con la richiesta di rimborso IMU entro 5 anni.
Molti Comuni hanno già predisposto il modello da utilizzare. La richiesta va inviata con raccomandata A/R all’Agenzia delle Entrate se ci si riferisce alla quota statale o al Comune se ci riferisce alla quota comunale.
Esiste poi sempre l’alternativa della compensazione delle somme a credito.