Ogni 15 giugno dell’anno in Europa si festeggia il Wind Day, una giornata internazionale dedicata al mondo dell’eolico su idea dell’Ewea (associazione europea dell’energia eolica) e del Gwec (Global Wind Energy Council).
Una giornata che arriva nel bel mezzo di un periodo critico per il mondo dell’eolico e delle fonti rinnovabili in generale, perlomeno in Italia dove si attendono gli sviluppi del Quinto Conto Energia e del decreto per le Rinnovabili Elettriche.
Un appuntamento volto a sensibilizzare cittadini ed imprese sui temi dell’efficienza energetica legata allo sviluppo dell’eolico. Un settore in continua crescita (oltre 10 TWh di produzione nel 2011) e capace di contribuire in maniera importante a raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2020 dall’Unione Europea, nel rispetto del Protocollo di Kyoto.
A diffondere i numeri dell’eolico in Italia è stata Legambiente che ha presentato il rapporto “La forza del vento”: 6,4% l’energia prodotta in Italia grazie a questa fonte rinnovabile nel 2011 quando, esattamente il 5 dicembre, si toccava il picco record di produzione del 9%.
Un risultato che è stato raggiunto non solo grazie ai grandi parchi eolici in e off-shore, ma anche per merito degli sforzi dei piccoli e medi impianti e allo sviluppo del minieolico.
In Italia, in quando ad eolico, è il sud a farla da padrone, con la Sicilia in prima fila capace di produrre 1733 MW, seguita da Puglia, Campania e Sardegna.
«Puntare sull’eolico è nell’interesse di un Paese come l’Italia perché permette di ridurre le importazioni di fonti fossili e la produzione da impianti inquinanti che sono, oltretutto, la ragione principale degli aumenti in bolletta avvenuti negli ultimi 10 anni in Italia», spiega il vice presidente di Legambiente.
Edoardo Zanchini aggiunge poi che «oggi un sistema energetico incentrato sulle fonti rinnovabili non è più un sogno, ma uno scenario a portata di mano, nel quale l’eolico può concorrere insieme a solare, idroelettrico, biomasse, geotermia, e a una seria politica di efficienza e risparmio, a rendere il nostro sistema energetico più moderno, pulito, efficiente e meno dipendente dall’estero».
Per questo è «fondamentale che il Governo non freni questa prospettiva, come purtroppo avverrebbe con i decreti in corso di approvazione che introducono uno stop alle installazioni e più burocrazia, e invece dia certezza agli investimenti con incentivi certi, anche se ridotti, e attraverso regole chiare per l’approvazione dei progetti in tutte le Regioni».