Troppe email e telefonate in ufficio provocano stess eccessivo tra i dipendenti. Non è in fondo una novità, ma solo il “modesto” scotto da pagare per poter essere sempre always-on, come di certo ogni buon datore di lavoro desidera per il proprio team in ufficio.
Ma da qui a considerare quasi “fatale” l’utilizzo dei terminali elettronici e informatici, beh, ce ne passa.
Eppure, sembra suggerire questo il direttore finanziario di France Telecom, Gervais Pellissier in una intervista a Reuters: computer e Blackberry in ufficio producono stress letale.
Sarà che la catena di suicidi fra dipendenti – dovuti ai tagli al personale – ha portato France Telecom nell’occhio del ciclone, sotto ai riflettori di mezzo mondo. Sarà che non è semplice “contenere le reazioni post-licenziamento” per un’azienda che patisce la crisi.
Ma forse, spostare i riflettori sugli effetti collaterali dell’utilizzo massiccio di strumenti telematici e device mobili per giustificare il pessimo clima in un’impresa in crisi, serve davvero a poco.
«Quindici anni fa, un dipendente di livello medio all’interno di una grande compagnia non aveva né cellulare né computer portatile. Una volta a casa, il lavoro era finito» ha dichiarato Pellissier. Peccato che forse non abbia pensato alle nottate in ufficio per rispettare le scadenze, agli straordinari per concludere progetti condotti con partner fuori sede, ai giorni di lavoro persi in attesa di un placet da parte di un cliente, ecc.
Alzi la mano chi non è ben lieto di poter avere a disposizione strumenti di ultima generazione per poter interagire in tempo reale con i propri colleghi e clienti: se un progetto o una scadenza vanno portati a termine, lo stress ci crea comunque.
E allora meglio potersi sentire meno impotenti dinanzi a barriere logistiche o temporali ricorrendo alla tecnologia, che incrementa enormemente la produttività, almeno in termini di ottimizzazione dei tempi, e per tanti versi semplifica la vita al dipendente o manager che sia.
Lungi dal voler negare che cellulari e pc lo stress lo provocano davvero, forse sarebbe giusto ricordare che almeno lo riducono quando rendono possibile il telelavoro o ad esempio le teleconferenze.
«Una persona fragile potrebbe sentirsi più confusa a causa della “maggiore interferenza tra vita personale e vita professionale rispetto al passato» dice Pellissier. Vero, ma una fragilità di questo tipo è di certo meno pericolosa di quella prodotta dall’essere licenziati..
Forse, il vero problema sta nella dipendenza da email e cellulare, oggi un male diffuso tra i più. Tra dipendenti tanto quanto tra i manager. Ma con i tagli al personale causati dalla crisi e con la conseguente depressione dei dipendenti, non sembra proprio che lo stress da tecnologia in ufficio possa aver minimamente a che fare!