Ancora non è stata resa nota l’entrata in vigore del SISTRI, o meglio non è stata ufficializzata la data della probabile proroga che sposta i termini per l’avvio del sistema informatico per la tracciabilità informatica dei rifiuti speciali e pericolosi al 30 giugno 2012 al 31 dicembre 2012, o forse addirittura al 31 dicembre 2013.
Una situazione che non fa che confermare l’inadeguatezza del SISTRI, come sottolineato da Conftrasporto che ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Monti ed ai Ministri dell’Ambiente Corrado Clini, della Ricerca Francesco Profumo e dello Sviluppo Economico Corrado Passera.
La lettera porta alla luce 17 criticità ancora evidenti nel SISTRI, che non possono rendere possibile l’entrata in vigore del sistema telematico dal 30 giugno 2012, pena gravi conseguenze per gli operatori della filiera dei rifiuti.
Una lettera con contenuti analoghi è stata inviata anche ai parlamentari delle Commissioni Ambiente della Camera, del Senato e della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Vettori stranieri
Il primo punto riguarda i vettori stranieri, per i quali attualmente non è prevista l’adesione alla disciplina del SISTRI, nonostante le molteplici richieste dei imprese e associazioni. Questa situazione rischia di creare «una concorrenza sleale rispetto ai vettori italiani», si legge nella lettera. In più in questo modo «il SISTRI non potrà mai raggiungere l’obiettivo di tracciare tutta la movimentazione dei rifiuti in Italia e la committenza malintenzionata potrà sempre affidare a vettori esteri i rifiuti che non vuole siano sottoposti a stretto controllo, consentendo in tal modo il perpetrarsi dei reati ambientali impuniti».
Iscrizioni e Trasformazioni
Secondo Conftrasporto «iscrizioni complesse, profili operatori contenuti in SISTRI errati, trasformazioni e/o integrazioni complicate se non addirittura impossibili» rischiano di causare «il blocco delle attività e/o fermi prolungati e/o attivazione di procedure errate e sanzionabili».
Black Box
Il malfunzionamento delle black box, unito al fatto che le batterie si scaricano facilmente rappresenta una vera criticità del sistema perché causa ritardi e blocchi degli automezzi.
Dispositivi per operatori e autisti
Anche i dispositivi USB non funzionano correttamente e per questo gli operatori e gli autisti non possono essere «sicuri di quello che avviene sul portale SISTRI e questo incute molti timori considerando che l’apparato sanzionatorio va in vigore proprio nel momento in cui il SISTRI è Ufficialmente avviato».
Firma
Il fatto che quella del SISTRI non sia una firma digitale ma una semplice firma elettronica priva di qualsiasi sistema di sicurezza potrebbe causare «innumerevoli contenziosi tra gli operatori e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare».
Il sistema delle firme presenti in numero sovrabbondante, poi, causerebbe rallentamenti enormi per il processo di creazione, acquisizione,chiusura del movimento, «cosa che non può essere accettabile per settori come depositi e autotrasporto che movimentano da qualche decina a qualche centinaio di formulari al giorno». Senza considerare poi che «la necessità di pianificare il tracciato diventa una attività a sé stante che richiede personale dedicato e paralizza la flessibilità dell’impresa aumentandone i costi».
Portale SISTRI
Molteplici difficoltà sono poi state riscontrate nell’accesso al portale SISTRI, con conseguenti fermi delle attività. Senza considerare poi la continua evoluzione del portale, che rendono difficoltoso l’adeguamento per gli operatori; la sua non conformità alla normativa; l’assenza sul portale SISTRI di una area di test. Infine «la totale dipendenza da un portale Web sovraccarica gli operatori di responsabilità e ne limita le attività».
Normativa SISTRI
La normativa SISTRI risulta inoltre lacunosa, non prevedendo un gran numero di casi d’uso, costringendo gli operatori al fermo oppure inducendoli all’errore sanzionabile.
Interoperabilità
«Il sistema di interoperabilità è incompleto e non tutte le funzioni sono state introdotte e documentate», portando ad un allungamento dei tempi e/o fermi degli impianti si legge ancora nella lettera. In più non esiste un’area di test che consenta agli operatori di sperimentare le funzioni dell’interoperabilità. Inoltre i sistemi di interoperabilità non sono ancora stati inclusi e previsti da nessuna norma ufficiale.
Funzionalità gestionali
«Le associazioni di categoria maggiormente rappresentative hanno proposto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare l’implementazione delle movimentazioni interne». E questo causa delle «conseguenze: il sistema è già complesso allo stato attuale. Inserire anche le movimentazioni interne rischia di farlo saltare del tutto.
Inoltre rappresenta una fortissima ingerenza nell’attività delle software house da anni impegnate nel miglioramento della tracciabilità di questa delicata procedura che consente attraverso l’automatizzazione di tutte le procedure correlate , vedi le varie reportistiche richieste dai vari enti, il recupero in efficienza».