Facebook: quotazione in Borsa, aumento azioni in vendita

di Francesca Vinciarelli

16 Maggio 2012 17:00

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Quotazione Facebook: a poche ore dallo sbarco in Borsa, il social network aumenta del 25% l'offerta di azioni. IPO da oltre 18 miliardi di dollari per un collocamento che si preannuncia storico.

Conto alla rovescia per lo sbarco in Borsa di Facebook: si concretizzano le voci di un aumento del 25% per quanto riguarda le azioni offerte (altre 85 milioni, per un totale di 420 milioni) così da far lievitare l’IPO a 18,5 mld di dollari: la quotazione diventa ufficiale il 18 maggio con esordio al Nasdaqed, con una raccolta prevista di circa 20 miliardi di dollari.

Il costo si ogni azione si aggira sui 38 dollari ma tutti i dettagli verranno ufficializzati il giorno prima all’apertura della quotazione del social network al Nasdaq, quando prenderanno il via le trattative.

Difficile dire cosa ci si può aspettare davvero da questa quotazione. L’interesse degli investitori nei confronti delle azioni è alto, dopo il roadshow organizzato dal team di Zuckerberg allo scopo. Sta di fatto che la quotazione del colosso dei social network potrebbe rivelarsi un boom, con un collocamento da record ed un futuro fulgido anche sul mercato azionario.

Per le aziende si apre una nuova possibilità di “partecipazione alla community”: comprare le azioni Facebook, il social network di Mark Zuckerberg, quello che ha cambiato il modo di comunicare, anche a livello business.

Non mancano infatti i siti web che offrono come servizio online la possibilità di acquistare online una fetta del suo successo. Certo, non si tratta di vero servizio di trading, né un investimento finalizzato all’arricchimento, quanto piuttosto della partecipazione al fenomeno del momento, che verrà certificata tramite un apposito attestato di proprietà.

Nel frattempo, General Motors ha rinunciato ad un investimento da mln di dollari in advertising su Facebook, come reso noto dal Wall Street Journal e confermato dalla casa automobilistica, che a quanto pare ritengono l’impatto della pubblicità su Facebook ancora troppo poco significativo sul proprio target.
Un campanello d’allarme?