Su esodati, riforma delle pensioni e riforma del lavoro il Governo ammette di non aver fatto tutto come si deve, ma anche se il ministro del Welfare Elsa Fornero ha fatto pubblicamente mea culpa («siamo in ritardo nell’attenzione ai più sofferenti e ai più deboli qui ammetto qualche mia responsabilità») le posizioni dell’Esecutivo non cambiano.
Il decreto interministeriale sugli esodati sarebbe infatti pronto, stando a quanto rivelato ai sindacati, ma come noto riguarda solo 65mila lavoratori fra tutti coloro che hanno preso accordi con la propria azienda per uscire anticipatamente dal mercato del lavoro, in attesa di raggiungere la pensione, secondo le vecchie regole entro il 2013.
Dunque, le parole del Ministro richiamano alla memoria le lacrime versate in occasione del varo della riforma delle pensioni, la stessa che però ha lasciato migliaia di lavoratori esodati in attesa di conoscere la propria sorte, senza pensione né stipendio.
Errori di valutazione commessi dal Governo nella riforma delle pensioni ai quali Fornero sta cercando una soluzione, anche se questa sarà solo parziale.
«Il vincolo delle risorse non può essere messo in discussione» torna a ribadire Fornero, «per quelli che sono fuori dai 65 mila si vedrà. Mi prendo tutta l’impopolarità di un provvedimento impopolare».
Ma Susanna Camusso della Cgil non si arrende e torna ad affermare con forza che questo decreto «non va bene e deve cambiare perché lascia fuori molte persone che rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione. Per queste non è pensabile un percorso di allungamento degli ammortizzatori sociali ma solo una funzione previdenziale. Non abbiamo parlato di estensione degli ammortizzatori perché non è questa la strada».
Per Camusso il Governo deve trovare i soldi per salvaguardare tutti i lavoratori esodati. Serve una la soluzione “previdenziale” per tutti gli esodati che hanno siglato accordi entro la fine del 2011. E a margine del tavolo sugli esodati ha annunciato che la mobilitazione proseguirà.
Concorde anche Raffaele Bonanni della Cisl: «il ministro non può far finta che non ci siano altre persone che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione». Per l segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella «il decreto sui 65mila salvaguardati è di una iniquità totale. Bisogna continuare a discutere per trovare una soluzione per tutti i lavoratori, non solo i 65mila».