Ha un sapore tutto particolare la Conferenza “The State of the Union” di Firenze (9 e 10 maggio): in programma il punto sulla crisi del debito, il focus sulla crescita e l’obiettivo di integrazione europea, con «il superamento di ogni remora allo sviluppo dell’unione politica, assicurandone anche le indispensabili basi istituzionali», come sottolineato nel messaggio augurale del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il nuovo ruolo dell’Italia in Europa è stato più volte sottolineato ed è senza dubbio uno degli elementi che caratterizzano questa nuova fase.
Nella sessione “Una governance economica per l’Unione Europea” si discute di strategie per uscire dalla crisi del debito: come cambiare la governance dell’Eurozona? Quale il ruolo della BCE? In che modo strutturare il Fondo Monetario Europeo? Quale la natura dell’unione di bilancio necessaria a sostenere l’Eurozona?
Nella seconda, “L’UE in un nuovo mondo“, del rapporto fra Europa, globalizzazione, potenze emergenti: quali le aspettative degli USA e delle nuove potenze nei confronti della UE alla luce della crisi economica e quali conseguenze essa ha avuto sul suo modello d’integrazione?
Crescita
A Firenze ci sono le massime autorità della politica economica europea: il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, i commissari agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn e al Mercato Interno Michel Barnier. Padrone di casa il premier italiano Mario Monti, che ha già incontrato Rehn al meeting sulle riforme per la crescita nell’agenda italiana per l’Europa.
In vista, sempre in Europa, c’è anche un vertice straordinario, il prossimo 23 maggio, una cena informale fra i 27 capi di Stato e di Governo che fra gli altri vedrà seduti allo stesso tavolo il neo presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Il vento del cambiamento che oggi soffia sull’Europa, (sull’onda di una crisi economica irrisolta) è fortemente influenzato da Parigi, dove il neo eletto presidente Francois Hollande si propone nel segno della discontinuità con le politiche del predecessore Sarkozy, offrendo una valida sponda alle forze e ai paesi che in Europa chiedono una nuova politica per la crescita economica.
Integrazione europea
Il messaggio di Napolitano punta sulla necessità di accompagnare il cambio di marcia sulle politiche economiche con un adeguato percorso anche sulla strada dell’integrazione europea: «l’avanzamento del processo di integrazione non si può fermare alla sfera delle politiche di bilancio per fini di consolidamento fiscale e di stabilizzazione finanziaria. Esso deve mirare a promuovere convergenze tra le economie, prospettive di rinnovata, più intensa e sostenibile crescita su scala europea».
Obiettivo: «un balzo in avanti dell’Europa unita, secondo l’originaria ispirazione democratica e federale», la «sola alternativa a una drammatica perdita di rilevanza di ogni nostro singolo paese e del nostro continente nel suo insieme».
Nuove politiche economiche
Più concentrato sul ruolo dell’Italia e sulle politiche economiche nazionali il discorso del premier, Mario Monti: «Il Governo precedente ha fatto molto in termini di riforme strutturali» sottolinea il presidente del Consiglio, distendendo dunque il clima dopo le dichiarazioni della vigilia sulle insufficienti misure di riforme dei Governi precedenti, lette come una critica implicita all’Esecutivo Berlusconi (che lo stesso Monti si era affrettato a smentire sottolineando di aver parlato di un largo arco di tempo non di un Governo in particolare).
Comunque sia, «ora l’Italia dovrà fare di più». Ad esempio, il premier si è augurato che si possa realizzare rapidamente la riforma del lavoro, attualmente in discussione in Parlamento.