Il decreto di semplificazione fiscale è legge dopo il voto di fiducia al Senato passato in terza lettura con 228 sì, 29 no e due astenuti. Voti leggermente cambiati rispetto all’ultima fiducia posta sempre sul decreto di semplificazione fiscale lo scorso 4 aprile, che era passata con 241 sì 29 no e due astenuti.
Il testo del decreto che contiene oltre alle norme per la semplificazione fiscale anche il pacchetto anti-evasione è lo stesso che ha ottenuto il via libera della Camera.
In realtà perché diventi definitivamente legge, il decreto fiscale deve ottenere la firma del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano,
Tra le misure più di rilievo nel provvedimento quelle sull’IMU che ora, per la prima casa, si può pagare in due o in tre rate.
Ovviamente non sono mancate le critiche per l’ennesimo ricorso alla fiducia da parte del governo Monti, la sedicesima dall’inizio del Governo.
Il presidente della commissione bicamerale per la semplificazione, il senatore del Pdl Andrea Pastore, ha deciso di non partecipare al voto «ritenendo profondamente sbagliata e controproducente la politica del governo Monti che ancora una volta, con una spolverata di microtasse e con l’estensione alla tassa di scopo dell’aumento delle imposte sugli immobili, ha alzato ulteriormente la pressione fiscale, impoverendo famiglie e imprese e contribuendo alla recessione ed alla riduzione del PIL; il pareggio di bilancio si allontana e la percentuale debito/PIL aumenta. È ora di intervenire sul debito pubblico, e di scrivere un vero e proprio patto nazionale tra ceti abbienti e categorie produttive. Se non lo fa un Governo tecnico e con larghissima maggioranza, chi potrà mai farlo?».
Contrario anche il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Bilancio al Senato, Alfonso Mascitelli, ha dichiarato che «questo decreto che porta come titolo “semplificazione fiscale” c’è un po’ di tutto, ma l’unica cosa che manca sono proprio le semplificazioni. Se ne vedono poche, molte invece sono le complicazioni».
In più «con questa ennesima richiesta di fiducia sta venendo allo scoperto la realtà di un Governo che si trascina con sempre più maggiori difficoltà perché privo di qualsiasi omogeneità o, ancora peggio, di condivisione, tra i partiti che lo sostengono».