Dai report recenti elaborati da Unioncamere Toscana emerge una situazione poco rassicurante delle imprese attive nell’artigianato: il bilancio del 2011 presenta ancora cife negative, e sono molti i settori a sentire la crisi economica.
Va male per il manifatturiero, la moda, la metalmeccanica, la cantieristica e l’oreficeria, mentre l’unico settore in grado di risollevarsi è la pelletteria.
Il rapporto “La congiuntura dell’artigianato in Toscana. Consuntivo anno 2011 – Previsioni 1° semestre 2012” parla chiaro, evidenziano le difficoltà delle imprese artigiane locali, che riguardano non solo la carenza della liquidità d’impresa e le problematiche nell’accesso al credito, ma anche il calo della capacità di spesa delle famiglie.
Dando un’occhiata ai dati, nel 2011 solo il 7,2% delle imprese artigiane regionali ha ottenuto un fatturato in crescita, mentre nel 2010 la percentuale era pari al 18,7%. Va meglio per le imprese esportatrici, mentre le più colpite sono le aziende di piccole dimensioni.
Dal punto di vista provinciale, i parametri negativi riguardano tutte le zone della Toscana, mentre la situazione non può che avere pesanti ripercussioni dal punto di vista occupazionale, basti pensare che nel 2011 le cessazioni di impresa hanno superato le iscrizioni di 447 unità, mentre tendono a scomparire le forme contrattuali a tempo pieno.
Da parte degli imprenditori, infine, c’è molto pessimismo e cala la capacità di fare nuovi investimenti, a causa della carenza di prospettive per il futuro.
Roberto Nardi, Vicepresidente Unioncamere Toscana, sottolinea come i dati dipingano una situazione comune in tutto il territorio regionale.
«Le previsioni per il 2012 per il tessuto artigianale toscano disegnano un quadro negativo. Nel 2011 con differenze dovute soprattutto alla propensione all’export e alla dimensione delle imprese, il trend del calo di fatturato è evidente in tutti i comparti. Con una costante territoriale: tutte le province sono in difficoltà.»