Il tema dei licenziamenti è quanto mai attuale, viste la revisione apportata alla normativa in materia dalla riforma del lavoro. E sulla legittimità del licenziamento derivante dalla riorganizzazione aziendale si è pronunciata in questi giorni la Corte di Cassazione.
La Sentenza n. 6026 del 18 aprile 2012 della Suprema Corte ha infatti stabilito che in caso di licenziamento dovuto alla riorganizzazione è l’azienda stessa a dover dimostrare l’impossibilità di utilizzo del lavoratore in altre mansioni.
Di conseguenza viene ritenuto licenziamento illegittimo quello in cui il lavoratore sarebbe potuto essere impiegato in altre mansioni, ricoprendo posizioni professionali equivalenti in seguito alla riorganizzazione.
L’azienda deve dunque essere in grado di motivare il provvedimento espulsivo derivante da una riorganizzazione dell’attività fornendo una prova oggettiva dell’impossibilità di utilizzare il dipendente a fronte della nuova struttura aziendale.
Nel caso in esame la Corte ha disposto la reintegrazione del dipendente nel posto di lavoro e il pagamento da parte della società di un risarcimento per i danni procurati al lavoratore con il licenziamento illegittimo.