A margine del Summit Mayor Economies Forum (MEF) il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha illustrato le misure nazionali in linea con l’impegno preso dall’Italia nei confronti della UE di aumentare entro il 2020 la produzione di energia da fonti rinnovabili fino al 20% e di ottenere il 20% di risparmio energetico in tutti i settori.
Per lo scopo, Clini prevede di prolungare fino al 2020 il bonus energia – che prevede un credito di imposta pari al 55% per gli interventi di ristrutturazione edilizia volti all’efficienza energetica– estendendolo anche agli investimenti che hanno come obiettivo la riduzione dell’intensità di carbonio dell’economia italiana.
Tra le priorità individuate dal ministro per la road map verso un’economia a basso contenuto di carbonio, c’è l’istituzione presso il Ministero dell’Ambiente di un catalogo delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti per lo sviluppo di una economia italiana “low carbon”, da tenere costantemente aggiornato.
Ecco alcune delle priorità individuate dal Ministero per lo sviluppo della filiera nazionale delle tecnologie “eco-sostenibili”: promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili; il recupero di materia e valorizzazione energetica dei rifiuti; la revisione degli incentivi alle fonti rinnovabili per la generazione di elettricità e calore, fino al raggiungimento della “grid parity”; il rafforzamento e l’estensione dei “certificati bianchi”; la produzione di biomassa.
Inoltre, il Ministro Clini ha presentato al CIPE il piano italiano anti-CO2 e gas serra, come previsto dal pacchetto Clima-Energia “20-20-20”: «il piano contiene misure strutturali e infrastrutturali per ridurre le emissioni, tenendo conto che a livello europeo stiamo convergendo verso una strategia di lungo termine – nel 2020 del 25% ed entro il 2030 del 40% – obiettivi che si sposano con l’innovazione tecnologica».
Confermato infine l’arrivo della cosiddetta “carbon tax”, ovvero la tassa sulle emissioni di anidride carbonica con l’unica eccezione dei settori industriali che sono obbligati all’acquisto dei permessi di emissione di CO2. I proventi verranno destinati al sostegno degli investimenti pubblici e privati per la riduzione delle emissioni e a potenziare il “Fondo Rotativo del Protocollo di Kyoto”.