Punta a sostenere l’accesso al credito delle imprese il presidente dell’ABI Giuseppe Mussari che propone al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, un plafond di 5 miliardi di euro a valere sulla liquidità della BCE per sostenere gli investimenti a 5 anni e «lanciare un segnale chiaro di speranza alle imprese».
L’obiettivo è di concretizzare «la possibilità di far credito e di farlo a buone condizioni per investimenti che accompagnino la crescita», parola di Mussari cosciente di quanto sia grave in questo momento di crisi il problema della stretta al credito che stanno vivendo le imprese, PMI in primis, aggravato dalla spada di Damocle del ritardo nei pagamenti dalla PA.
E anche su questo sta lavorando ABI, definendo i dettagli dell’accordo volto a svincolare i crediti vantati dalle imprese nei confronti delle PA mediante la formula pro solvendo, come previsto dalla moratoria varata lo scorso 28 febbraio.
Per Mussari «il tema è centrale rispetto alla salute delle nostre imprese. L’idea, che è stata sposata dal Parlamento con un emendamento approvato nel decreto sulle facilitazioni fiscali, è prevedere una cessione pro solvendo del credito assistita da una garanzia del fondo centrale di garanzia. In questo modo si consentirebbe alle imprese che vantano da molto tempo crediti nei confronti della PA di veder liquidati i loro crediti e quindi di dare una mano alla ripresa e alla crescita».
A sollecitare l’Italia a recepire al più presto la direttiva contro il ritardo nei pagamenti è arrivato di recente anche l’appello del vicepresidente della Commissione UE Antonio Tajani che ha invitato a sostenere l’iniziativa per lo sblocco dei crediti delle imprese dalla PA per arrivare ad una «soluzione strutturale» del problema, ponendo a 30 giorni il limite massimo per i pagamenti.