744 milioni di euro l’anno: è questa la perdita, calcolata da Confartigianato, che le imprese devono sopportare a causa delle continue interruzioni di energia elettrica e delle lunghe attese telefoniche ai call center.
Lo studio ha evidenziato che nel 2006 gli imprenditori hanno registrato interruzioni elettriche per oltre 15 milioni di ore e hanno perso più di 10 milioni di ore per attendere informazioni dai call center delle aziende di distribuzione di energia. Per quanto riguarda le telefonate ai call center, ognuna di queste dura in media 7,2 minuti e le risorse perse nell’attesa equivalgono al lavoro di un anno di 5579 persone.
Le imprese che in tutto questo subiscono la perdita peggiore sono quelle di piccole dimensioni, come annunciato nel dossier di Confartigianato “oneri corrono sul filo”, che devono pagare un contributo di 366,4 milioni di euro in bolletta, per recuperare l’interruzione programmata di energia in 166 grandi imprese.
Il Mezzogiorno detiene il record negativo, dove le aziende nel 2006 hanno pagato 353,2 milioni di euro a causa di questi disservizi. A livello regionale, la Campania si colloca al primo posto, con 98,9 milioni di euro, seguita dalla Sicilia, con 91 milioni.
«I dati che abbiamo elaborato dimostrano che la scarsa concorrenza nel mercato dell’energia determina pesanti costi extra-bolletta per gli imprenditori. È quindi indispensabile che la completa liberalizzazione del mercato dell’energia, che scatterà dal 1° luglio, sia l’occasione non soltanto per ridurre i prezzi di elettricità e gas che sono i più alti d’Europa, ma anche per migliorare gli standard di qualità del servizio offerto dalle aziende distributrici e per interventi di ammodernamento della rete», ha commentato Daniela Rader, Delegata della Presidenza di Confartigianato al settore Ambiente ed Energia.