La metà dell’evasione fiscale in Italia è colpa delle PMI, che hanno evaso nel 2011 13,5 miliardi di euro, su un totale di 30,4 miliardi di evasione da imposte accertata dal Fisco.
A rivelarlo è la stessa Agenzia delle Entrate che ha diffuso il risultato dei 697.248 accertamenti eseguiti nel corso del 2011: il 52% ha riguardato piccole imprese (25%) e lavoratori autonomi (27%).
Più in particolare oltre mezzo milione di controlli fiscali sono stati effettuati su persone fisiche e 178.263 su piccole imprese e autonomi; 16.080 imprese di medie dimensioni e 2.763 grandi contribuenti.
In generale, nel 2011 l’Agenzia ha recuperato dall’evasione fiscale 12,7 miliardi di euro, pari al +15,5% sul 2010 che si era chiuso con un recupero da parte del Fisco di 11 miliardi di euro.
Sul totale i versamenti diretti ammontano a 8,2 miliardi arrivano (contro i 6,6 del 2010) e il riscosso da ruoli a 4,5 miliardi (+2,3% nonostante le note vicissitudini legate alle attività di recupero da parte di Equitalia).
Un aumento dell’incasso prodotto dalle attività di accertamento e di liquidazione delle dichiarazioni in aumento del +24,2% rispetto all’anno precedente.
Nel Report dell’Agenzia si evidenzia: «alla base degli importanti risultati, una “formazione” vincente che ha visto schierati accertamenti sintetici, indagini finanziarie, controlli sui crediti IVA, oltre che le due task force dell’Agenzia delle Entrate per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali (Ucifi) e alle frodi (Uffici antifrode)».
In particolare, nel 2011 sono stati eseguiti:
- circa 36.400 accertamenti con determinazione sintetica del reddito (+20% sul 2010), per una maggiore imposta accertata pari a 586 milioni di euro;
- circa 11 mila indagini finanziarie, contro le 9.371 del 2010;
- 580 verifiche e accessi mirati degli Uffici antifrode (contro le 526 del 2010) intercettando frodi complesse per 782 milioni di IVA e 4,4 miliardi di euro di maggiori imponibili;
- oltre 7,8 miliardi di euro tra attività estere e trasferimenti non dichiarati sono arrivati dalle segnalazioni dell’Ucifi a seguito di indagini e controlli relativi a trasferimenti illeciti e detenzione di attività economiche e finanziarie all’estero.
«Il risultato è il frutto della strategia da tempo messa in campo dall’Agenzia delle Entrate, che si basa su controlli sempre più mirati grazie ad analisi del rischio di evasione molto approfondite. Infatti, a fronte di una diminuzione (-1,2%) del numero di accertamenti – che passano dai quasi 706mila del 2010 ai circa 697mila del 2011 – la maggiore imposta accertata è cresciuta del +9,3%, superando la quota di 30,4 miliardi contro i 27,8 registrati nel 2010» ha dichiarato il direttore centrale Accertamento, Luigi Magistro.