Il recente Eurobarometro SMEs, resource efficiency and green markets della Commissione UE – presentato dal vice presidente della Commissione europea e responsabile per l’Industria, Antonio Tajani – mostra come la transizione delle PMI europee verso la Green Economy sia prepotentemente in atto, nonostante ci sia ancora molta strada da fare. Sul passaggio, tuttavia, pesa in modo particolare la burocrazia.
Non di meno, ad oggi la Green Economy occupa 6,6 milioni di addetti nelle PMI della UE.
”Sono felice che le PMI stiano sfruttando questo enorme potenziale che porterà a un maggior grado di innovazione, ad aziende più competitive e alla creazione di nuovi posti di lavoro”, ha dichiarato Tajani, ”ma c’è ancora molto lavoro da fare”.
Nelle PMI dell’Unione Europea ci sarebbe potenziale per ben 2,3 milioni di posti di lavoro nel settore dei Servizi di Green Economy, eppure tale potenzialità non viene sfruttata a dovere: dal sondaggio emerge come l’87% delle PMI attive nella Green Economy opera solo all’interno dei rispettivi mercati nazionali”.
In pratica, meno di 1/4 delle PMI sfrutta il Mercato Unico per prodotti o servizi eco-compatibili; bisognerebbe quindi rafforzare la leadership tecnologica europea puntando su settori emergenti, stimolando la domanda interna, l’export e il nuovo lavoro.
In termini di ricadute occupazionali, poi, in media solo il 37% delle PMI europee annovera nel proprio organico almeno un dipendente a tempo pieno o part-time afferenti ai settori green, nonostante sia prevista una crescita dinamica ad un tasso del 35% nel prossimo biennio, verso una percentuale del 39% per il 2014.
Gli investimenti green delle PMI della UE mostrano comunque cifre interessanti, interessando il 93% delle piccole e medie imprese d’Europa: “il 64% investe in efficienza e risparmio energetico, il 62% nella riduzione dei rifiuti, il 61% nel riciclo, il 50% nel risparmio dell’uso di materiali, il 50% nel risparmio di acqua e il 23% offre prodotti e servizi verdi”. Inoltre, ”il 62% di chi ha investito in efficienza delle risorse, non ha avuto costi aggiuntivi o addirittura ha ridotto i costi di produzione dopo avere recuperato l’investimento”.
L’ostacolo maggiormente per le aziende è rappresentato dalla burocrazia: per il 20% delle PMI sarebbe più facile effettuare investimenti green se le procedure amministrative e legali transfrontaliere fossero meno complesse di quanto lo sono attualmente. Urge quindi un impegno forte per ridurre pastoie burocratiche e regole troppo complicate.
Tra l’altro, anche per colpa di questi ostacoli,”solo l’11% delle PMI ricorre ad energie rinnovabili, solo il 25% ha adottato un sistema di gestione ambientale e e solo il 10% delle imprese partecipa ad appalti con una componente ambientale”.
Fonti: Europa.eu; il Report integrale; la scheda sull’Italia