Nuove possibili revisioni in vista per l’IMU, la nuova contestata imposta municipale sugli immobili che integra e sostituisce la vecchia ICI. Ad essere rivista – attraverso il DL Semplificazioni – potrebbe essere l’IMU sui fabbricati agricoli per le aziende e quella sugli immobili in comodato d’uso a familiari.
IMU e aziende agricole
La prima novità potrebbe essere frutto delle proteste di Cia, Confagricoltura e Copagri, «una vittoria del buonsenso e della nostra azione» ha dichiarato il vicepresidente nazionale della Cia, Dino Scanavino.
Le aziende agricole risultavano veramente troppo penalizzate dal meccanismo dell’IMU, pertanto è stata chiesta una «tassazione diversa per stabili agricoli non più funzionali all’attività e trasformati in abitazione e per i fabbricati che servono al lavoro e da sempre sono stati inseriti nel valore dei terreni».
Anche perché «quintuplicare la tassazione in agricoltura» significherebbe «mettere fuori mercato più di 200 mila imprese».
L’imposizione fiscale anche sui fabbricati rurali, strumentali all’attività rappresenterebbe un «vero e proprio salasso da 1,5 miliardi di euro, rispetto agli attuali 300 milioni circa di gettito, ai quali potrebbero aggiungersi altri 2-3 miliardi di euro per l’accatastamento».
Per ora la risposta all’allarme lanciato dalle imprese agricole contro le misure del governo Monti che penalizzano l’imprenditoria agricola sembra essere stata positiva, ma un altro SOS arriva da Bologna sempre in merito all’IMU.
IMU per il comodato gratuito
La protesta riguarda l’aumento fino al 10,6% per l’IMU sugli immobili concessi in comodato gratuito ai parenti. Una misura incostituzionale per Confabitare che nasce dal bisogno del Comune di Bologna di sanare un buco da 20 milioni di euro, andando a pesare sui contribuenti con rincari su IMU e IRPEF.
Risorse necessarie soprattutto a fronte delle spese eccezionali che il Comune ha dovuto fronteggiare in occasione delle scorse ondate di maltempo.
E il Presidente di Confabitare, Alberto Zanni, è già pronto a far partire il ricorso al Tar contro la Super IMU, che violerebbe l’articolo 53 della Costituzione: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
«Il Comune di Bologna ha previsto l’aliquota massima della nuova IMU al 10,6% o sia per le case affittate a canone libero che per quelle concesse in comodato gratuito a parenti. Ma c’è una bella differenza: chi affitta percepisce un reddito, chi dà in comodato non ricava neppure 1 euro. Ecco perché applicare la stessa aliquota va contro l’articolo 53 della Costituzione», spiega Zanni.
La misura del Comune sarebbe volta a punire il boom sospetto di comodati (da 4.000 a 7.000 in pochi anni), ma per Zanni non è così che si combatte l’evasione fiscale.