In arrivo un possibile aumento delle aliquote IRAP 2012 soprattutto per le Pmi del Centro Nord: l’allarme viene lanciato dalla Cgia di Mestre dopo che il decreto fiscale varato dal Governo ha stabilito lo sblocco delle addizionali locali così che, a partire dal 2012, le Regioni che ancora non l’hanno fatto potranno eventualmente decidere di aumentare l‘IRAP.
Spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre: «se le Regioni, ormai sempre più a corto di risorse finanziarie, decideranno di aumentare l’aliquota IRAP», portandola al limite massimo del 4,82%, «l’aggravio fiscale sulle imprese sarà di 3,5 miliardi di euro».
Si tratta di una stima generale, che deriva dalla somma del maggior gettito nel caso in cui tutte le Regioni che possono farlo decidano di alzare l’aliquota IRAP.
Secondo le tabelle elaborate dalla Cgia, il maggior rialzo potrebbe verificarsi nelle province autonome di Trento e Bolzano, dove attualmente l’aliquota è più bassa, al 2,98%: al momento, il gettito IRAP è pari a 175 milioni di euro nella provincia di Trento e a 195 in quella di Bolzano. Ipotizzando un’aliquota al 4,82%, il gettito salirebbe a 283 milioni nella provincia di Trento, cifra superiore del 108% a quella attuale, e a 316 in quella di Bolzano, +121%.
Dunque dal punto di vista delle aziende, il rischio maggiore è rappresentato in queste due province (ricordiamolo, si tratta di una simulazione basata sull’ipotesi che le rispettive amministrazioni alzino l’aliquota).
In termini invece di gettito, il vantaggio maggiore, in caso di rialzo dell’aliquota IRAP, riguarderebbe la Lombardia, dove il gettito attuale è pari a 5 miliardi 641 milioni di euro, mentre con l’aliquota massima salirebbe a 6,972 miliardi. Per le imprese, l’aumento sarebbe di circa un punto percentuale: attualmente l’aliquota in Lombardia è al 3,9% (e potrebbe arrivare, appunto, al 4,82%).
Analoghi aumenti per le imprese potrebbero verificarsi nelle altre regioni in cui attualmente l’aliquota IRAP è al 3,9%, ovvero Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia, Toscana, Umbria, Basilicata e Sardegna. Come si vede, a parte le ultime due, si tratta in tutti i casi di regioni del Centro Nord. In questo gruppetto, per le casse regionali in termini di gettito gli aumenti maggiori riguarderebbero Veneto, +473%, Emilia Romagna, +449, Piemonte, +370%, Toscana, +321%.
Più basso l’eventuale aumento possibile nelle Marche, dove l’aliquota è già al 4,73%. Sono invece già ai livelli massimi, e dunque non possono aumentare malgrado lo sblocco previsto dal decreto fiscale, le aliquote IRAP in Lazio, Abruzzo, Puglia e Sicilia.
Non sono possibili aumenti nemmeno nelle tre regioni, Molise, Campania e Calabria, in cui l’aliquota è già maggiorata di un ulteriore 0,15% rispetto al livello massimo (per effetto degli automatismi scattati per ripianare il deficit sanitario).
Dunque, il gettito IRAP totale delle Regioni con le attuali aliquote è pari a 21,4 miliardi di euro, nel caso in cui tutte le regioni decidessero di applicare l’aliquota massima si arriverebbe intorno a 25 miliardi con un aggravio, appunto di circa 3,5 miliardi.
Da qui, l’appello della Cgia di Mestre a sindaci e Regioni, perchè non «approfittino di questo sblocco per fare cassa» cosa che appesantirebbe gli effetti della crisi economica.
Fra l’altro, spiega Bertolussi, «lo sblocco delle tasse locali non riguarderà solo l’IRAP ma anche il bollo auto, l’addizionale regionale sul gas metano e l’imposta regionale sostitutiva, i tributi ambientali provinciali, l’imposta di pubblicità, l’imposta sull’occupazione degli spazi pubblici ed altri tributi minori». Dunque, in vista potrebbe esserci un aumento delle tasse locali per imprese e cittadini.