Il credito alle imprese – soprattutto alle Pmi, che più soffrono il credit crunch – è una priorità per la Banca d’Italia e a quanto pare anche del Governo: le banche devono decidersi a fare la loro parte, visto che già hanno ampiamente beneficiato delle agevolazioni della Bce sui finanziamenti a tre anni (prossima operazione di Francoforte, dopo quella di dicembre, il 29 febbraio), e devono far affluire denaro nelle casse delle imprese, visto che è per questo che la Banca centrale Europea le ha supportate!
Il premier Mario Monti ha fatto un’esplicita richiesta alle banche in occasione della visita in Piazza Affari chiedendo di sostenere le imprese e l’economia reale. Lo ha riferito l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, che ha sottolineato l’impegno delle banche di fare «quello che ci è stato chiesto».
Bankitalia: più credito alle imprese
Nei giorni scorsi è arrivata una forte richiesta in questo senso anche dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in sede di intervento al Congresso di Assiom Forex. Visco ha anche sottolineato come la fine del 2011 sia stato il momento peggiore sul fronte della stretta creditizia: «fino allo scorso novembre il credito erogato dalle banche italiane al settore privato non finanziario aveva continuato ad aumentare, pur se a ritmi decrescenti». È stato in dicembre che i prestiti alle imprese si sono «contratti, di circa 20 miliardi; l’entità della diminuzione è molto elevata nel confronto storico, anche se può avere in parte risentito della volatilità dei dati di fine anno».
E se da una parte «si è certo ridimensionata la domanda di finanziamenti da parte delle imprese, per le sfavorevoli condizioni cicliche», dall’altra «le indagini svolte presso banche e imprese segnalano anche un irrigidimento nelle condizioni di offerta dei prestiti».
Ci sono stati, da parte delle stesse banche, problemi sulla raccolta di liquidità, ma in questo senso è arrivato il soccorso della Bce. E ora la Banca d’Italia invita gli istituti italiani a prestare più soldi alle imprese. Fra l’altro, c’è un esplicito riferimento alla capacità delle banche «di valutare attentamente il merito di credito, senza far mancare il sostegno finanziario ai clienti solvibili e meritevoli».
Visco sottolinea come la nuova regolamentazione (Basilea 3) confermi «il trattamento favorevole dei crediti alle piccole e medie imprese già previsto da Basilea 2. Queste imprese possono in molti casi trovare opportunità di crescita dimensionale». Fra l’altro, «prestiti a imprese ben capitalizzate e valutate in grado di sfruttare economie di scala o di diversificazione richiedono, alle banche che adottano sistemi di rating interno, una minore copertura patrimoniale e possono quindi essere concessi a tassi relativamente contenuti».
Dunque, quella dell’accesso al credito delle Pmi è decisamente una questione a cui istituzioni politiche e finanziarie stanno dedicando molta attenzione.
L’esempio della Cina
Una notizia che a questo proposito vale la pena di riportare arriva dalla Cina: la Banca centrale di Pechino ha stabilito una riduzione delle riserve bancarie obbligatorie (di mezzo punto) a partire dal 24 febbraio: una mossa che libera liquidità, da destinare al sistema delle imprese. Da sottolineare che la Cina, ovvero la potenza emergente del pianeta, ha un fiorente mercato di piccole e medie imprese. E se in Europa il 2011 è stato caratterizzato dalla stretta creditizia, nel paese asiatico i prestiti alle piccole e medie imprese sono aumentati del +25,8%, con un tasso di crescita più che doppio rispetto a quello dei finanziamenti alle grandi imprese.