Le aziende italiane stanno migrando da uno schema di acquisti IT “buy and own” (compra e possiedi) ad uno “pay as you go” (paga solo ciò che usi). Un approccio che interpreta in maniera efficace le opportunità del modello Cloud Computing e del SaaS (Software-as-a-Service), che non richiedono il possesso fisico delle infrastrutture per poter utilizzare con profitto soluzioni e servizi.
Anche le medie aziende hanno compreso i vantaggi di queste tecnologie che, tra l’altro, tagliano le spese e ottimizzano gli investimenti. Lo confermano numerose ricerche, tra cui quelle IDC e NextValue.
Lo studio IDC “Leasing and Financing Survey Results“evidenzia come il Cloud Computing sia oggi l’alternativa più apprezzata rispetto al tradizionale leasing IT (scelta principale per il 27% delle aziende prese in esame, con un “gradimento” di 2.7 punti su un massimo di 4).
Il Software come Servizio, inoltre, emerge come uno strumento efficace e flessibile per abbattere i costi finanziari, tanto che molte case produttrici di software e servizi stanjno rendendo disponibili parte delle proprie applicazioni in questa modalità.
La ricerca Nextvalue sul Cloud Computing nelle imprese italiane, invece, dipinge lo scenario corrente: un mercato ancora acerbo ma con molti segnali di graduale crescita e soprattutto molte potenzialità.
Presento a Milano, nel corso di un evento patrocinato anche da EMC, Google, IBM, Microsoft, Oracle, Reply e VMware – “Cloud Computing, SaaS, Virtualization: L ‘ impresa crea valore scalando la commodity dell ‘ IT” – lo studio evidenzia che la visione cloud è ancora appannaggio delle grandi aziende.
Ancora un mercato di nicchia in Italia, dunque. Gli ostacoli sono numerosi, soprattutto culturali (60%): la mancanza di una adeguata cultura aziendale ne ostacola la diffusione, ma non bisogna dimenticare le incertezze sul fronte maturità tecnologica (35%).