Sul decreto liberalizzazioni il governo Monti incassa i complimenti di leader europei e organismi internazionali, ma anche quella che si potrebbe definire una bocciatura di molti imprenditori. In particolare, le critiche riguardano il fatto che le agevolazioni previste dal decreto liberalizzazioni per le start-up di giovani riguardano, appunto, solo i giovani, mentre andrebbero previste misure analoghe anche per tutte le altre imprese.
A rilevare queste opinioni negative è Confartigiano Varese, che ha svolto un’indagine fra 250 imprese.
L’associazione di imprenditori delle Pmi ha chiesto a questo campione se l’idea delle S.r.l. semplificate under 35 sia da considerarsi efficace. E il risultato è che tutti, ovvero il 100%, hanno risposto di essere poco fiduciosi su questa mossa del governo, pur non escludendo qualche speranza.
Sostenere le Pmi esistenti
In particolare, la ricerca mette in luce il fatto che gli imprenditori vorrebbero misure per le imprese già esistenti, viene evidenziata la necessità di sburocratizzazione per tutte le imprese (una questione che il Governo ha poi affrontato con il decreto semplificazioni, n.d.r.), ci sono proposte per introdurre altre forme di incentivazione, per esempio alle aziende che assumono, e si conferma come molto sentita anche l’esigenza di facilitare l’accesso al credito delle Pmi.
Alcune testimonianze sono emblematiche, in primis quelle che sottolineano l’esigenza di sostenere le imprese già sul mercato. C’è chi ritiene sia meglio intervenire sulle aziende con attività già avviata che conoscono bene le problematiche attuali e che hanno bisogno un aiuto per poter andare avanti. Altri aggiungono che creando nuove imprese si corre il rischio di aumentare la concorrenza e far morire quelle già esistenti, oppure si crea un ulteriore squilibrio dei prezzi e il probabile fallimento di quelle piccole medie imprese che stanno andando avanti a fatica.
S.r.l. semplificate
C’è poi chi si interroga sui rischi connessi ad un capitale sociale di un euro per le S.r.l. sottolineando che non è un caso che per le società di capitali siano state previste soglie fisse e più alte per il capitale iniziale, e si chiede se non sarebbe opportuno estendere le agevolazioni ad altre fasce di età, come i 40-50enni che potrebbero mettere a frutto la propria esperienza per aprire un’impresa.
O ancora, si fa notare che non è aprendo ad una miriade di micro-imprese che si salva il Paese, anche in considerazione del fatto che da anni si continua a dire che il problema sono le piccole aziende che non si sviluppano e che bisogna interagire tra più aziende per aggredire il mercato e diventare grandi.
Accesso al credito
E qui si inserisce un altro tema molto sentito, quello dell’accesso a credito. Ci sono proposte di convenzioni forti con le banche, si chiede di «imporre finanziamenti e tassi agevolati dato che con i nostri soldi la Bce le ha finanziate all’1% con l’impegno di farli girare per le imprese», o comunque di «trovare soluzioni immediate per mantenere in vita le aziende che stanno boccheggiando ormai da almeno tre anni e sono allo stremo delle forze».
Assunzioni agevolate
Altra richiesta che viene sottolineata, quella di «premiare e incentivare le aziende che assumono, che sono sul mercato da anni e continuano a faticare, pagare e tenere in piedi il sistema».