Un accordo UE sul fiscal compact, in pratica sui vincoli di bilancio, che è Stato firmato da 25 Stati europei su 27 (al no della Gran Bretagna si è aggiunto quello della Repubblica Ceca), e le basi per una nuova politica che alimenti crescita e occupazione, fra l’altro con uno dei tre punti base individuati che riguarda specificamente i finanziamenti alle Pmi.
Sono i principali risultati del vertice vertice europeo del 30 gennaio, il primo fra capi di Stato e di Governo del 2012, al termine del quale il premier Mario Monti si è dichiarato soddisfatto, sottolineando «un certo entusiasmo».
Regole di bilancio
L’Italia ha ottenuto un importante risultato sul fronte delle regole di bilancio, visto che l’accordo prevede da una parte l’introduzione della cosiddetta “Golden rule”, ovvero l’obbligo di metter il pareggio di bilancio in Costituzione, ma non introduce, come temuto, regole più stringenti, ad esempio in materia di sanzioni automatiche, rispetto a quanto già previsto dal six pack, il pacchetto di misure economico finanziarie che mira a riformare la governance europea e a introdurre norme più severe sul rispetto dei vincoli di bilancio.
In materia di conti pubblici come previsto dal six pack i Paesi che hanno un debito superiore al 60% del PIL devono ridurlo di un ventesimo all’anno. Ma, ed è questo il punto che maggiormente interessa l’Italia, su questo non scattano sanzioni automatiche: possono anzi essere concesse deroghe in base a una serie di elementi rilevanti, come il ciclo economico, il risparmio del settore privato, il saldo e l’evoluzione della spesa primaria, l’attuazione di misure correttive degli squilibri macroeconomici.
In estrema sintesi, la Germania di Angela Merkel ottiene l’obbligo della disciplina di bilancio da parte di tutti gli Stati europei, mentre l’Italia incassa quello che voleva sul fronte del debito con il premier Mario Monti che sottolinea come, per la Penisola, gli impegni previsti dal Trattato siano «perfettamente sostenibili».
Fondo Salva Stati
Sul Fondo Salva Stati, invece, che riguarda in particolare i 17 Paesi di Eurolandia, come previsto nel luglio prossimo nascerà l’Esm, il meccanismo permanente per la stabilità finanziaria), che affiancherà l’Efsf, il fondo “provvisorio” istituto nel giugno del 2010 (e che smetterà di fare nuove operazioni nel luglio del 2013). Ancora irrisolto il nodo cruciale delle risorse finanziarie del fondo: la decisione è stata rimandata al vertice di marzo.
Focus sulle Pmi
E veniamo al terzo capitolo importante per l’Italia e in particolare per le Pmi. Il vertice ha lanciato le linee guida per l’occupazione e per la crescita, che sono tre: occupazione per i giovani, completamento del mercato interno e, appunto, fondi per le Pmi.
Il documento parla chiaro: dopo le necessarie «decisioni per assicurare la stabilità finanziaria e il risanamento di bilancio», per rilanciare l’Europa bisogna modernizzare le economie e rafforzare la competitività per assicurare una crescita sostenibile. Tutto questo è al centro della strategia Europa 2020 e del Patto euro plus.
Per quanto riguarda in particolare le Pmi, l’Europa riconosce che «i 23 milioni di Pmi europee sono la spina dorsale del successo economico europeo e forniscono un numero considerevole di posti di lavoro». Sulla base di questa considerazione, vengono concordate le seguenti misure da attuare entro giugno:
- mobilitare meglio i fondi strutturali accelerando l’attuazione dei programmi e progetti esistenti, eventualmente riprogrammando fondi e impegnando rapidamente i fondi non ancora assegnati a progetti specifici, concentrandosi sul potenziamento della crescita e la creazione di posti di lavoro;
- Rafforzare il sostegno della BEI (la banca europea degli investimenti) alle piccole e medie imprese e all’infrastruttura: il Consiglio europeo, la Commissione e la stessa BEI sono invitate a valutare le opzioni possibili e a formulare appropriate raccomandazioni. Viene anche considerata la possibilità per il bilancio UE di moltiplicare la capacità di finanziamento del gruppo Bei.
- Le obbligazioni di progetto: verranno esaminate celermente le proposte della Commissione su una fase pilota per l’utilizzo di queste “obbligazioni di progetto” per stimolare il finanziamento privato dei principali progetti infrastrutturali.
- Il passaporto UE: verrà concordato entro giugno per garantire un migliore accesso delle Pmi al capitale di rischio in tutta Europa.
- Potenziamento dello strumento Progress: è uno strumento europeo di microfinanza, istituito nel 2010, per facilitare la concessione di credito alle microimprese.
- Oneri amministrativi per le Pmi: previsto un maggiore sforzo per migliorare il contesto in cui operano le Pmi, soprattutto in relazione alla riduzione degli oneri amministrativi e normativi ingiustificati e facendo in modo che tutte le azioni europee sostengano pienamente la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.
Mercato Unico
Quanto alle altre linee guida, sul fronte del mercato Unico, che «costituisce un volano fondamentale per la crescita economica della UE», sono considerate priorità «l’atto per il mercato unico, il mercato unico digitale e la riduzione in corso degli oneri normativi generali gravanti sulle Pmi e sulle microimprese».
Sull’occupazione, si evidenzia che in Europa ci sono oltre 23 milioni di disoccupati: qui da una parte gli Stati membri devono adottare specifiche misure, con piani nazionali per l’occupazione che affrontino il costo del lavoro in relazione alla produttività e attuino «iniziative globali su occupazione, istruzione e competenze».
Dall’altra l’Europa sosterrà questi sforzi in vari modi: potenziando programmi già esistenti (Leonardo, Erasmus) e collaborando con gli Stati che hanno i livelli di disoccupazione più alti (fra questi, l’Italia), anche riorientando i fondi UE disponibili per offrire opportunità e formazione ai giovani.