Il mercato netbook mantiene il suo aggressivo trend di crescita, anche tra le aziende, in cerca di soluzioni economiche e flessibili anti-crisi. Basti pensare ai nuovi modelli per Pmi di HP o Toshiba.
L’effetto collaterale è la contrazione della domanda per prodotti concorrenti, in particolare desktop e soprattutto notebook.
Questi ultimi hanno infatti visto crollare le vendite, tanto che società del calibro di Intel hanno espresso perplessità sulla fiorente diffusione dei netbook.
Eppure, se da un lato si diffonde la velata accusa di “cannibalizzare” una fetta del 20% del mercato dei personal computer, dall’altro muovono i primi passi in questo florido business.
Dal momento che gli utenti apprezzano così tanto i mini-computer sarà l’offerta a doversi adeguare.
Secondo una ricerca NPD Group, il motivo di soddisfazione deriva principalmente dal fattore economico, ma anche dalla maggiore possibilità di lavoro in mobilità e versatilità.
Inoltre, il 70% degli utenti netbook afferma di non voler tornare indietro verso il tradizionale portatile. Inferiore invece la percentuale di utenti soddisfatti del proprio laptop, anche low-cost, che si attesta al 58%.
Oltre alle vendite, quindi, guidate dal fascino della portabilità e dal risparmio, si evidenzia un sostanziale apprezzamento degli acquirenti che, superata l’impasse dovuta alla presenza di Linux sui primi netbook, hanno decretato il prolungato boom del segmento.