L’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Unica introdotta con la recente manovra finanziaria, torna a far parlare di sè.
Il presidente della Cia di Modena, Cristiano Fini, infatti, ha rivelato che l’IMU causerà un incremento pari al +450% della pressione fiscale a carico delle aziende agricole locali, e «a questo elevatissimo incremento si affianca la soppressione di agevolazioni già previste dalle normative IRPEF e ICI in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati aventi i requisiti di ruralità».
Le stime sul calcolo IMU fanno parte di uno studio condotto dall’ufficio fiscale della Cia, che evidenzia al contempo come sostenere le aziende agricole del territorio sia cruciale per dare nuovo impulso all’economia del Paese.
Dunque «vanno apportate alcune modifiche che rendano gli aumenti impositivi più sostenibili perché anche il rincaro del gasolio dovuto all’incremento delle accise avrà effetti devastanti nel settore», ha dichiarato il responsabile fiscale della Cia Modenese, Mirco Conti.
Un esempio? Per i «fabbricati rurali ad uso abitativo si potrebbe prevedere una tassazione con applicazione dell’aliquota ridotta dello 0,2%. In questo modo, il settore agricolo non si sottrarrebbe al pagamento dell’IMU sulle abitazioni, subendo un impatto meno devastante per l’economia aziendale» è la proposta del direttore della Confederazione, Gianni Razzano.
Il sostegno al Paese deve, in sostanza, passare attraverso provvedimenti equi e sostenibili «altrimenti, si esce dalla produzione e dal mercato, con pesanti conseguenze sociali ed economiche», ribadisce Fini.
La richiesta della Cia di Modena ai Comuni è pertanto di ridurre l’aliquota prevista in materia di IMU: «riguardo i fabbricati rurali ad uso abitazione proponiamo una riduzione allo 0,40% mentre per gli edifici rurali strumentali auspichiamo una diminuzione del 0,12%».