Standard & Poor’s ha declassato nuovamente il rating dell’Italia, portandolo a BBB+.
Ricordiamo che abbiamo dovuto assistere all‘Italia declassata da Standard & Poor’s solo pochi mesi fa, a settembre 2011, quando passava da A+ ad A.
Non c’è dunque pace per l’economia italiana e per i mercati finanziari: neanche il tempo di digerire due importanti approvazioni internazionali – dalla Germania e dal FMI – sui provvedimenti economici del Governo Monti contenuti nella manovra finanziaria e l’andamento particolarmente positivo dell’asta di Bot ieri, che arrivano le docce fredde.
La prima è rappresentata dall’asta dei Btp, che hanno visto i rendimenti scendere ma in misura non certo paragonabile a quella dei Bot, e soprattutto hanno deluso sul fronte della domanda.
La seconda è il nuovo downgrade di Standard & Poor’s: in realtà le voci non riguardavano in particolare l’Italia, ma erano relative a un’ondata di tagli di S&P ai rating europei e lo spread già così è tornato sopra quota 500. Poi nel corso delle ore i timori si sono rivelati fondati.
Spread e tagli ai rating
Il differenziale fra i rendimenti dei decennali italiani con il Bund tedesco era sceso fino a quota 464, per poi salire alla luce dell’asta dei Btp a 482. E proprio le voci relative all’imminente report di Standard and Poor’s hanno ulteriormente appesantito la situazione, e lo spread è risalito.
La spada di Damocle dei tagli ai rating per i Paesi europei ha fatto cambiare rotta anche alle Borse, che hanno virato in negativo.
Ricordiamo che all’inizio dello scorso dicembre, alla vigilia del vertice europeo (circostanza temporale che aveva sollevato non poche critiche rivolte all’agenzia di rating), S&P aveva annunciato di aver messo sotto osservazione i rating di 15 Paesi della zona euro. Un’ondata che investiva anche i “big” di Eurolandia, ovvero Francia e Germania, che hanno la tripla A.
La Germania pare comunque risparmiata. Francia e Italia pagano invece lo scotto di una inore affidabilità politico-economica agli occhi di S&P.
In generale, questi giorni sono negativi per l’Europa sul fronte del rating, visto che un’altra delle tre grandi agenzie internazionali, Fitch, ha annunciato che entro la fine del mese potrebbe arrivare un taglio del giudizio sul debito italiano.
Aste dei Titoli di Stato
Per quanto riguarda invece le aste dei Titoli di Stato, l’asta di oggi dei Btp a tre anni ha registrato una discesa dei tassi, al 4,83% (il minimo dal settembre scorso) che segue il 5,62% di dicembre (per non parlare della “puntata” sopra il 7% di novembre).
I titoli in offerta sono stati interamente collocati, ma la domanda ha segnato un calo rispetto alle aste precedenti, e i giudizi degli analisti sono in chiaroscuro anche sul fronte dei rendimenti. I quali, pur in calo, non registrano una performance paragonabile a quella di giovedì 12 gennaio, dei Bot: l’asta dei titoli a un anno e a sei mesi ha riportato i rendimenti minimi dal giugno scorso (tassi al 2,735% e all’1,644%, praticamente dimezzati dai livelli di dicembre, pari a 5,950% e al 3,251%).
Governo Monti appoggiato da Germania e Fmi
In questo clima, si può segnalare che comunque l’Italia ha incassato due “promozioni” da parte di Germania e FMI. La cancelliera Angela Merkel dopo la missione tedesca del premier Mario Monti ha definito «di straordinaria importanza e rilevanti» le misure intraprese dall’Italia con la manovra finanziaria.
Il portavoce del Fondo Monetario Internazionale, Gerry Rice, ha dichiarato che la manovra finanziaria e le misure economiche del Governo Monti rappresentano «passi importanti per ripristinare la fiducia, alimentare la crescita e rimettere il debito sulla giusta traiettoria di discesa».
Fra l’altro, il FMI ha confermato la prima missione di monitoraggio in Italia, prevista fra fine gennaio e inizio febbraio. Si tratta del primo appuntamento (che nel dettaglio è ancora da definire) nell’ambito di quell’azione di monitoraggio del Fmi sull’Italia che era stata decisa nei mesi scorsi.