Confartigiananto: Fare impresa in Italia? Bene al Nord Est, male in Calabria. Bene le Pmi, ma servono misure

di Noemi Ricci

11 Giugno 2009 11:20

Confartigianato misura la Qualità della Vita d'Impresa nel Paese. Al Nord Est le migliori condizioni per sviluppare impresa, in Calabria le peggiori. Riconoscimento alle Pmi, con 58 mld di valore aggiunto

Bolzano e tutto il Nord Est offrono le migliori condizioni per fare impresa in Italia. Maglia nera per Crotone e in generale per la Calabria.

Scenario frammentato con alti e bassi, in un paese dove comunque micro-imprese e Pmi, prime in Europa nonostante la crisi, hanno prodotto 58 miliardi di euro di valore aggiunto manifatturiero. Lo ha dichiarato oggi il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini.

Si parla di Pmi e di numeri – quelli diffusi dall’Ufficio Studi di Confartigianato e forniti dal Rapporto “Il cielo sopra la crisi” – oggi in occasione dell’Assemblea della Confederazione, che riunisce oltre 5oomila artigiani e piccole imprese.

La Qualità della Vita dell’Impresa risulta buona anche nelle provincie di Trento, Ravenna e Rimini. In coda restano invece, appena sopra a Crotone, Catanzaro e Cosenza.

A livello regionale il primo posto se l’è aggiudicato il Trentino Alto Adige, seguito da Emilia Romagna, Val d’Aosta, Veneto e Lombardia.

Dunque, il Nord Est è la macro area italiana più favorevole al fare impresa, mentre Nord Ovest e Centro (con il Lazio al 12° posto) si collocano nel mezzo e in coda Isole e regioni del sud, in particolare Sicilia, Campania e Calabria.

Confartigianato ha misurato l’ambiente ideale per fare impresa utilizzando 39 indicatori in 11 ambiti al fine di valutare la capacità di ciascun territorio provinciale di mettere a disposizione degli imprenditori italiani l’ambiente più favorevole possibile dove operare con la propria impresa.

Tra gli ambiti sono stati considerati Densità imprenditoriale, Mercato del lavoro, Pressione fiscale, Concorrenza sleale del sommerso, Burocrazia, Credito, Tempi della giustizia civile, Legalità e conflittualità, Utilities e servizi pubblici locali, Capitale sociale del territorio e Infrastrutture.

Relativamente alla Pressione fiscale le cose vanno meglio in quelle provincie in cui è presente una forte autonomia: Bolzano, Trento e Aosta. Le peggiori sono invece Salerno, Latina e Napoli. Le imprese subiscono di meno il peso della Burocrazia a Prato, Ravenna e Reggio Emilia. A subirlo di più sono invece Roma, Campobasso e Catanzaro.

Le condizioni del Credito sono favorevoli soprattutto alle città di Sondrio, Piacenza e Terni, lo sono poco invece a Salerno, Napoli e Avellino. I Tempi della giustizia al top ci sono Trento, Torino e Como, mentre le ultime tre posizione sono per Messina, Catanzaro e Lecce.

Per condizioni legate ad Utilities e servizi pubblici locali le province con le migliori condizioni sono Aosta, Milano e Genova, mentre le ultime tre sono Teramo, Campobasso e Isernia.

Tra le dichiarazioni a margine del Convegno, segnaliamo quella del presidente di BNL, Luigi Abete, che ha evidenziato la necessità di spianare la strada a imprese e soprattutto micro-aziende e Pmi: «Servono politiche fiscali per la patrimonializzazione delle piccole imprese». Obiettivo, promuoverne l’internazionalizzazione che richiede una politica fiscale che incentivi la capitalizzazione.