Se l’accesso al credito diventa sempre più un’utopia per le piccole e medie imprese italiane – che si rivolgono alle banche per cercare di fronteggiare l’attività aziendale, spesso già in difficoltà a causa del ritardo nei pagamenti della PA – come pagare stipendi e contributi ai dipendenti?
Una situazione critica – aggravata dalle problematiche di mercato connesse all’accesso al credito – che nel Nord est ha portato a una catena di eventi drammatici: 50 casi di suicidio tra gli imprenditori locali soltanto in Veneto.
Suicidi per crediti
A puntare il dito sul patto di stabilità interno, evidenziando gli effetti disastrosi in termini di liquidità sugli imprenditori medi e piccoli, è Giuseppe Bortolussi della Cgia, Associazione Artigiani di Mestre: «Nel Nord Est abbiamo avuto una cinquantina di suicidi per crediti. Se è paradossale per debiti, che ciò avvenga per crediti è assurdo. Bisogna aiutare la piccola impresa ad avere il suo, senza pensare a chissà cosa, solo quello che è loro dovuto. Si parla di 70 miliardi, se lo Stato ha bisogno di far quadrare i conti, lo stesso vale per le imprese».
Appello in Veneto
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia esorta il Governo affinché le esigenze delle imprese locali non vengano trascurate, anche per contrastare questo preoccupante trend che coinvolge i piccoli imprenditori locali: «Il patto di stabilità è uno scandalo nazionale. Il Veneto ha un miliardo e 350 milioni di depositi nella Tesoreria unica a Roma e ha dei creditori che attendono di essere pagati per opere o servizi erogati alla Regione. Io chiedo al Governo che faccia in fretta a trovare una soluzione perché non abbiamo tempo dia spettare. Nel momento in cui si vedranno i risultati potremo dire che la partita è risolta. Al momento non lo è ».