Riforma delle professioni: la scadenza è fissata, ed è il 13 agosto 2012. Entro questa data, governo e parlamento dovranno ultimare il provvedimento. Lo stabilisce il “Decreto Salva Italia“, ovvero l’ultima manovra finanziaria del 2011, quella del Governo Monti, che all’articolo 33 prevede che entro il 13 agosto 2012 debbano essere eliminate tutte le norme sugli ordinamenti professionali in contrasto con la concorrenza.
Il cammino della riforma delle professioni in realtà è iniziato da tempo e nel corso del 2011 si sono succeduti una serie di provvedimenti che, di fatto, rappresentano un’impalcatura della complessiva riforma che verrà.
Accesso alle professioni, tariffe minime, esercizio delle professioni in forma societaria: sono alcuni dei temi più caldi su cui il legislatore è intervenuto e continuerà a intervenire.
Ci sono una serie di provvedimenti che riguardano la liberalizzazione di attività economiche, magari svolte da specifiche categorie di professionisti (dai taxi ai farmacisti) e altri che invece riguardano le professioni regolamentate da Ordini professionali costituzionalmente garantiti: notai, avvocati, medici, giornalisti.
Libera concorrenza
Fermo restando l’esame di stato come strumento per regolare l’accesso alle professioni, il legislatore nella manovra finanziaria dello scorso agosto (decreto 138/2011 convertito nella legge 148/2011) stabilisce che gli ordinamenti professionali debbano rispettare senza eccezioni i principi di libera concorrenza, assicurare la presenza di professionisti su tutto il territorio nazionale, garantire l’effettiva possibilità di scelta degli utenti.
Linee guida
Le linee guida, a cui si dovrà rifare la riforma delle professioni prevista dal Decreto Salva Italia e dalla Legge di Stabilità, sono di fatto già contenute nella manovra finanziaria d’agosto, articolo 3 comma 5, e prevedono:
- Libertà dell’accesso alla professione: qui in particolare si vieta la possibilità di limitare l’accesso alle professioni, per esempio con numeri chiusi su basi territoriali, a meno che questo non «risponda a ragioni di interesse pubblico». E comunque queste limitazioni non devono mai introdurre «una discriminazione diretta o indiretta basata sulla nazionalità o, in caso dell’esercizio dell’attività in forma societaria, della sede legale della società professionale».
- Tariffe minime: il testo ammette «la pattuizione dei compensi anche in deroga alle tariffe» previste dagli ordini. Dunque, stabilisce l’abolizione delle tariffe minime per i professionisti. Le tariffe professionali vanno tenute comunque in considerazione nella pattuizione del compenso al professionista, che avviene «per iscritto all’atto del conferimento dell’incarico».
- Obbligo di formazione continua per il professionista.
- Tirocinio: deve essere adeguato «all’esigenza di garantire lo svolgimento effettivo dell’attività formativa». Il tirocinio non può durare più di tre anni (18 mesi per gli avvocati). Ai tirocinanti va garantito un «equo compenso».
- Assicurazione professionale. Il professionista, «a tutela del cliente» è «tenuto a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale».
- Questioni disciplinari: gli ordinamenti professionali devono affidarle a organi territoriali diversi da quelli aventi funzioni amministrative.
Legge di Stabilità
Va infine sottolineato che la Legge di Stabilità ha previsto misure sulla possibilità per i professionisti di svolgere l’attività in forma societaria (non solo, come oggi, in forma associata).
Sempre la Legge di Stabilità ha stabilito che tutti i principi contenuti nella manovra d’agosto devono costituire il punto di riferimento della delegificazione degli ordinamenti professionali. Un’opera che, come detto, in base al Decreto Salva Italia va portata a termine entro il prossimo 13 agosto 2012.
In Italia ci sono 28 ordini professionali, che hanno circa due milioni di iscritti.
Proposte dell’Antitrust
L’Antitrust, nelle sue recenti proposte a Governo e Parlamento per far ripartire la crescita, al capitolo relativo alle professioni fornisce i seguenti suggerimenti: abolizione di qualsiasi forma di tariffario, riforma degli Ordini con la garanzia che la funzione disciplinare sia svolta da organismi che garantiscono un ruolo terzo, potere dei Consigli degli Ordini in materia di corsi di formazione limitato ai requisiti minimi. L’Antitrust ritiene anche necessaria «la revisione della pianta organica dei notai» in modo da aumentare «significativamente il numero di posti» e l’abrogazione della norma che prevede il controllo, da parte degli Ordini, sulla trasparenza e veridicità dei messaggi pubblicitari dei professionisti.