L’Unione Europea punta sulle energie rinnovabili: entro il 2020, si appresta a rendere il Vecchio Continente tra le aree a minor impatto ambientale globale. Tuttavia, i vantaggi delle iniziative in programma non porteranno solo a traguardi di eco-sostenibilità ma amplificheranno anche aspetti occupazionali del futuro.
Nel 2020 saranno infatti 2.8 milioni i posti di lavoro in più nel caso si riuscisse a mantenere fede agli impegni presi, mentre la UE potrebbe beneficiare di un valore aggiunto pari all’1,1% del PIL lordo europeo.
Questo è quanto emerge dall’analisi realizzata dalla Commissione Europea sulla crescita del fenomeno occupazionale in relazione alle energie rinnovabili.
Si stima che i paesi più favoriti in termini economici e occupazionali saranno quelli entrati nell’UE nel 2004 e nel 2007, in quanto subito coinvolti nella rivoluzione green.
La consapevolezza e la consolidata cultura del rispetto ambientale contribuirà inoltre ad ottimizzare procedure e processi produttivi, permettendo alle aziende future di nascere direttamente con una mentalità più rispettosa del mondo che ci circonda.
Inoltre, si beneficerà dei frutti delle nuove tecnologie innovative applicate ai cicli di produzione, come il fotovoltaico, l’eolico offshore, il solare termico e l’energia elettrica dai biocarburanti di seconda generazione, che attualmente vivono una fase di lancio e che solo tra qualche anno potranno rappresentare un fattore di competitività aziendale.